ECM Records – ECM 2417 – 2015
Thomas Strønen: batteria, electronics, percussioni, Moog, Fender Rhodes
Iain Ballamy: sassofoni, electronics
Christian Fennesz: chitarra, electronics
È il cambiamento il filo che lega assieme Iain Ballamy and Thomas Stronen. Nel senso che il duo anglo-norvegese modifica di disco in disco la sua proposta musicale, spesso aggiungendo un parterre allargato di musicisti, o come questa volta il solo chitarrista austriaco Christian Fennesz. Quest’ultimo è diventato un must all’interno del gruppo dopo che la line up iniziale è stata modificata con l’uscita del trombettista Arve Henriksen.
Chi guida le “danze” in This is not a miracle è Thomas Stronen, autore di tutti i brani alla cui legittima leadership è sottoposto il suono di questo disco, vero ed evidente risultato della creatività del batterista. Stronen riesce a miscelare l’uso raffinato delle spazzole e la semplicità e delicatezza dei tocchi con le ossessive riprese e rimandi ritmici che gli “aggeggi” elettronici partoriscono (Where Dry Desert Ends). Ballamy agita il fantasma di Coltrane come un Amleto all’incontrario, astraendolo sulla scena attraverso ossessivi rimandi temporali, in un gioco di specchi originale e avanguardistico, asettico e a volte anti virtuoso (This Is Not A Miracle e The Concept of Density). Fennesz è quello che da profondità all’azione, crea spazi e li attacca, attraverso un suono siderale, evocativo, che viene da un presente futuro e magnetico.
Crediamo che anche questa volta Ballamy e Strønen abbiamo fornito un “Food” squisito, soprattutto per chi ama la cucina contaminata e futuribile.
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