David Haney – Stix and Stones (Piano and Drum Duets)

David Haney - Stix and Stones (Piano and Drum Duets)

Slam Records – SLAMCD 567 – 2015





David Haney: pianoforte

Bernard Purdie: batteria

Jimmy Bennington: batteria

Giovanni Barcella: batteria

Marvin “Bugalu” Smith: batteria

Han Bennink: batteria






Stix and Stones è l’ultimo disco di David Haney, pianista e bandleader americano, che aveva già pubblicato nel 2013 per la Slam il pregevolissimo doppio album “Day for night at Jackstraw”, registrato otto anni prima con due formazioni di assoluto rispetto, comprendenti, fra gli altri, personaggi come Julian Priester o Buell Neidlinger. Questo cd, invece, contiene un’antologia di registrazioni in duo pianoforte-batteria, racchiuse in un arco di tempo di circa dieci anni, dal 2003 al 2014. I percussionisti coinvolti sono di diverso stile ed età. Si va da Pretty Purdie – storico partner di Gato Barbieri in “El Pampero” e un curriculum prestigioso di collaborazioni di alto livello sulle spalle – ad Han Bennink, il folletto del jazz olandese, quello che unisce l’impegno, la ricerca, con l’ironia e l’irriverenza. È della partita Marvin “Bugalu” Smith che annovera trascorsi nell’Arkestra di Sun Ra, per citare solo il nome più grosso fra quelli da lui frequentati. Sono coinvolti nelle performances, infine, due elementi più giovani come il bergamasco Giovanni Barcella e lo statunitense Jimmy Bennington, anche loro nel giro di gruppi prossimi all’avanguardia.


David Haney dispiega il suo pianismo percussivo, ispirato a Herbie Nichols e naturalmente in debito con Monk, aggiungendo qualche deviazione nell’improvvisazione free ben calibrata e in un camerismo etereo, sospeso e altrettanto libero. Ai batteristi non viene richiesto un semplice accompagnamento, ma un pari lavoro da solisti. Se la cava bene Giovanni Barcella, che riesce a suonare per suo conto, svincolandosi dal discorso del pianoforte, recuperando punti di aggancio, di contatto con lo strumento a corde in divenire, però, attraverso una strategia di avvicinamento e di allontanamento, apparentemente casuale, ma sicuramente definita, nelle intenzioni almeno.


Bernard Pretty Purdie è meno protagonista degli altri, effettua interventi corretti, sì, ma è un po’ troppo sul pezzo, facendo risaltare, malgrado tutto, l’assenza del contrabbasso nei brani in cui è impegnato. Il suo apporto, a gioco lungo, non si rivela molto convincente


Marvin “Bugalu” Smith, invece, introduce elementi black nei suoi duettì. Si sente il respiro di Madre Africa nel suo modo di esprimersi semplice, ma efficace. Il contrasto con l’intellettuale Haney è solo teorico. Il dialogo fra i due si dimostra, infatti, vivace e coerente.


Spariglia le carte in tavola, alla fine dei conti, Han Bennink, impiegato in una delle due composizioni di Nichols incluse nel disco. L’olandese rivela grande senso dello swing e un modo di occupare lo spazio a sua disposizione assolutamente unico, pur suonando facile, senza indulgere in effetti speciali o in estrose battute su piatti e tamburi per fare sensazione.


Non va male neppure Jimmy Bennington nell’altro omaggio a Nichols, grazie ad un attento utilizzo delle spazzole e ad una buona capacità di giocare d’anticipo rispetto alle intuizioni della tastiera.


Stix and Stones conferma, infine, le qualità di un musicista sessantenne pochissimo conosciuto dalle nostre parti, ma dotato di idee e personalità, estrinsecate pure in questa formula rischiosa del trio senza contrabbasso. Non tutto risplende di luce abbacinante, ma ci sono tanti momenti di jazz molto buono nelle dieci tracce.