Intakt Records – CD 257 – 2015
Ulrich Gumpert: pianoforte
Jürg Wickihalder: sassofoni
Jan Roder: contrabbasso
Michael Griener: batteria
Attacco in deciso stile old-school, come poi si paleserà l’articolata sequenza di A New One, che non cela il suo gusto per la dissonanza sapiente e l’iconoclastia costruttiva, insomma quei tópoi complessi ma già familiari che di primo acchitto rimanderebbero all’ispirativa figura di Thelonious Monk.
Ma vi è di più – potendovi a varie riprese scorgere non soltanto l’ombra del di lui seguace Steve Lacy, o dei diversamente bellicosi confratelli Max Roach o Charles Mingus e insomma, se non d’ampiezza enciclopedica almeno in forma trasversale, l’album è un tour de force che sviluppa con inventiva composizioni ripartite tra i quattro ma fortemente imbevute delle enormi firme patriarcali (non manca chi addirittura lo definisce “Il miglior album di Monk – che non ha mai realizzato”).
Sequenza di grande inventiva, e non minore agio nel declinare, riargomentandole, le morfologie di quella lungimirante Age of Transition, infuse di energica fiamma e pervasiva tensione, amministrando in libertà le disseminate “oddities” e le tinte “freaky” di tanti ispirativi Numi.
Il redivivo quartetto (non solo discograficamente) riprende il discorso dal precedente, omonimo album (Intakt, 2007) avvicendando al ruolo sassofonistico un sempre più eloquente e tonico Jürg Wickihalder, pervaso da coltraniane grinta e visionarietà, laddove sono sapientemente esauditi i ruoli di del ligneo drumming di Michael Griener e del sostegno a note basse di Jan Roder, naturalmente non omettendo la prestazione maiuscola, raramente defilata ma di naturale, torrenziale, a tratti scintillante inventiva, con padronanza magistrale di più linguaggi – insomma una riconferma e non una ripetizione per un Maestro d’architetture e idiomi in jazz e una salda affermazione per un combo motivato e funzionale.
Link correlato: https://intaktrec.bandcamp.com/album/a-new-one