Enrico Rava & Roberto Taufic

Foto: Fabio Ciminiera










Enrico Rava & Roberto Taufic

Parma, Casa della Musica. 20.4.2016

Enrico Rava: tromba

Roberto Taufic: chitarra


Serata di debutto per questo nuovo duo che, stando dal successo ottenuto alla prima uscita dovrebbe avere una vita felice. Enrico Rava e il chitarrista brasiliano avevano già avuto occasione di collaborare. Nell’estate dello scorso anno, ad esempio, avevano suonato con Maria Pia De Vito; non si erano mai cimentati, tuttavia, con la formula del duo.


Il set si è aperto con Retrato em branco e preto e si è chiuso con un altro classico sudamericano come Quizas (il terzo dei bis richiesti da un pubblico entusiasta). In mezzo a questi due classici la storia del concerto si è sviluppata attraverso improvvisazioni su canovacci molto conosciuti (You don’t know what love is, Blackbird, la chapliniana Smile, Estate). Rava, in gran forma nonostante il giorno prima fosse rientrato da New York, ha scherzosamente “confidato” agli spettatori che in realtà lui e il collega conoscevano solo un paio di brani di quelli proposti in scaletta.


È bastato poco per capire che questo nuovo progetto funziona molto bene. Innanzitutto il pubblico ha percepito come Rava (Al flicorno per tutta la sera) e Taufic, facessero con grande piacere il loro lavoro di improvvisatori. Non è un risultato così comune. Fin troppo spesso si avverte nei concerti di jazz il sapore stantio della routine. Chi era seduto davanti ai due musicisti, nell’ambiente raccolto della sala della Casa della musica di Parma, ha respirato aria fresca, ha sentito il gusto della ricerca di una strada comune, l’allegria dell’invenzione, dell’avverarsi di un progetto. Ha avvertito la bellezza dell’improvvisazione.


Rava ha suonato da par suo, inanellando sequenze melodiche luminose e di grande impatto emotivo, sfoderando un suono pastoso e lancinante. Roberto Taufic è dotato di un’inventiva straordinaria; la sua chitarra disegna paesaggi sempre nuovi, apre sempre nuove strade. Il momento più alto della sua performance è stato una lunga, commovente, improvvisazione su Estate ma, in realtà, le sue sei corde hanno tenuto viva l’attenzione del pubblico per tutta la sera. Le sue origini brasiliane influiscono sulla sua musica ma non la condizionano in toto. Taufic appare come un artista aperto, capace di muoversi agevolmente in tutti i territori musicali. Certo, la novità del progetto non ha consentito ai due musicisti la possibilità di cercare strade nuove. Il repertorio stesso dice di come il duo sia in rodaggio e alla ricerca di una sua identità. Questo non toglie che il pubblico parmigiano abbia ascoltato musica di grandissima classe, intrisa di passione e leggerezza nella quale il latin tinge non è mai scaduto nel manierismo.