Rosario Giuliani & Luciano Biondini Quartet: La musica di Nino Rota e Ennio Morricone al Sant’Elpidio Jazz Festival

Foto: Fabio Ciminiera










Rosario Giuliani & Luciano Biondini Quartet

La musica di Nino Rota e Ennio Morricone al Sant’Elpidio Jazz Festival

Sant’Elpidio, Sant’Elpidio Jazz Festival – 3.8.2016


Rosario Giuliani: sax alto, sax soprano

Luciano Biondini: fisarmonica

Enzo Pietropaoli: contrabbasso

Michele Rabbia: batteria, percussioni


La musica di Nino Rota e Ennio Moricone è parte integrante del patrimonio culturale italiano. Se, mi rendo conto, l’affermazione contiene una buona dose di ovvietà, allo stesso tempo occorre tenere conto quando ci si confronta con questo materiale, con le sue implicazioni e con il radicamento profondo nell’immaginario collettivo. La presenza poi di molte delle loro pagine nelle colonne sonore dei film di Federico Fellini, Sergio Leone e di moltissimi altri grandissimi cineasti del nostro paese, aggiunge ulteriori elementi al rapporto che ognuno di noi ha con i due compositori. Se entrambi hanno avuto una carriera riconosciuta e solida anche nella musica “pure”, non funzionale vale a dire alle immagini cinematografiche, sono sicuramente queste ultime le melodie più conosciute al grande pubblico. Ed è su questo materiale che si concentra il quartetto guidato da Rosario Giuliani e Luciano Biondini e completato da due musicisti di esperienza, spessore e musicalità come Enzo Pietropaoli e Michele Rabbia.


Quattro vicende musicali differenti: la scelta di avere approcci stilistici particolari permette di entrare in connessione tanto con le storie proprie dei due compositori – e, di conseguenza, con le pellicole dei vari registi – e con la visione che il pubblico ha di quelle musiche. Lirismo e tradizione jazzistica, sperimentazione e abitudine al dialogo con formazioni spesso ridotte al duo: sono tanti gli elementi che vanno a disporsi nella sintesi offerta dal quartetto e che permettono di “trasportare” il materiale scelto verso il linguaggio del jazz con grande cura e naturalezza.


La chiave principale, infatti, è mantenere la centralità delle melodie, intorno alle quali il quartetto aggiunge le proprie personalità. E, quindi, la generosa verve di Rosario Giuliani, il virtuosismo lirico e sempre ben calibrato di Luciano Biondini, la solida centralità di Enzo Pietropaoli e la fantasia e l’imprevedibilità di Michele Rabbia. Un lavoro che si nutre dell’esperienza e della grande disponibilità al dialogo e che viene reso possibile per l’abilità nel mettere a fuoco ogni dettaglio. In questo modo, il quartetto sposta gli elementi, senza stravolgere la naturale essenza dei brani: la testimonianza del percorso effettuato dal quartetto la offre il pubblico che prende il tempo e lo sostiene battendo le mani in maniera spontanea nella conclusiva Otto e Mezzo. Seppure il tema viene esposto in maniera sincopata, non prevale mai l’intenzione di stravolgere il significato del materiale di partenza e, di conseguenza, di interrompere quel dialogo instaurato attraverso le emozioni e le memorie proiettate nel pubblico. i compositori.


Il filo logico del concerto abbraccia oltre trent’anni di cinema italiano, muovendo da La Strada a Nuovo Cinema Paradiso, e recupera temi da film storici come Otto e Mezzo, C’era una volta il West e C’era una volta in America. A questi si vanno ad aggiungere un brano originale di Giuliani e uno di Biondini, brani che mettono ulteriormente in luce le qualità del quartetto e che proseguono nelle sonorità e nelle atmosfere le linee tracciate dalle composizioni di Rota e Moricone e quelle seguite per l’arrangiamento e la “ricostruzione” dei brani. Se la vena di Giuliani è quella di aggiungere citazioni dai grandi sassofonisti del jazz, la linea seguita da Biondini dialoga in maniera matura con le atmosfere e le melodie, in una visione che richiama anche il materiale extra-cinematografico dei due compositori. La forza della ritmica è quella di seguire con leggerezza e precisione le varie escursioni dei solisti, rispondendo con varietà ai tanti stimoli e trovando ogni volta il legame tra il punto di partenza e le trasformazioni proposte dal quartetto.


Dopo l’apertura con Richard Bona & Mandekan Cubano e la presenza in cartellone del trio formato da Cyrus Chestnut, Buster Williams e Lenny White, Sant’Elpidio Jazz si completa con il concerto del Mirko Fait Quintet con Roberto Piermatire e Antonio Zambrini come special guest e l’omaggio a Ella Fitzgerald di Simona Molinari e conferma con l’edizione attuale, la diciassettesima per la precisione, come il lavoro effettuato negli anni abbia fidelizzato il pubblico e abbia saputo sfruttare in modo efficace lo scenario naturale del borgo della cittadina marchigiana.



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