Nicola Sergio – Migrants

Nicola Sergio - Migrants

Challenge Records – CR 73405 – 2015




Nicola Sergio: pianoforte





Che cosa vuole dire essere emigrante? Che significato ha questa parola? Nicola Sergio, pianista, compositore, lui stesso emigrante dal sud Italia, tenta di raccontarlo in uno sforzo quanto mai sentito e accorato.


Ormai di casa nella capitale francese, il musicista calabrese dopo Illusions, convincente lavoro in trio con Stéphane Kerecki e Fabrice Moreau, si lascia coinvolgere dal fenomeno emigrazione e tenta di narrare, per solo piano, ciò che lui ha sentito e ciò che migliaia di uomini e donne hanno provato spostandosi dalla loro terra nàtia: ricordiamo che l’Italia per tutti i primi decenni del Novecento è stata interessata in maniera massiccia da questo fenomeno.


L’unica maniera di affrontare un tema di questo tipo è quella di enunciare delle singole storie: i brani hanno la struttura di brevi racconti, di epifanie momentanee pronte a sorprenderci ma senza cadere in un virtuosismo sterile od in un romanticismo compiaciuto.


Ryork, che racconta le vicende di un uomo napoletano che tenta di emigrare negli Stati Uniti, ci ricorda la colonna sonora di qualche slapstick comedy, pronta divertirci ma con un filo di umana tristezza.


Lampedusa si sofferma sulle ultime vicende di cronaca che interessano l’Italia, ed in particolare quella piccola isola, ultimo lembo di territorio italiano, che viene presa d’assalto quotidianamente da profughi disperati. Il tema del brano si sviluppa per piccoli accenni e sembra quasi smaterializzarsi.


Ellis Island espone con una volontà ossessiva lo stesso tema in un crescendo continuo.


Invisibili riassume l’intero album: la cupa e desolata consapevolezza della solitudine ma nello stesso tempo la vista di una piccola speranza all’orizzonte.


L’intero progetto si avvale di una sensibilità cinematografica notevole: l’idea è creare una colonna sonora per un film inesistente ma che noi vediamo con le orecchie e che percepiamo solo a livello uditivo.


Ottima la timbrica del piano e anche la scelta di registrare nel fantastico Artesuono Recording Studio di Stefano D’Amerio.



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