Giovanni Di Cosimo Quintet @ Casa del Jazz

Foto: Lorenzo Labagnera










Giovanni Di Cosimo Quintet @ Casa del Jazz

Roma, Casa del Jazz – 5.8.2016

Giovanni Di Cosimo: tromba
Marco Bonini: chitarra
Paolo Pecorelli: basso
Cristiano De Fabritiis: batteria
Marco Conti: sassofoni
Arturo Valiante: pianoforte

Con una formazione parzialmente differente da quella che ha inciso nel 2015 il lavoro Inside (diversi il chitarrista ed il sassofonista) Giovanni Di Cosimo si presenta sul palco della Casa del Jazz per un concerto molto atteso, almeno nell’ambito delle novità che riguardano il jazz italiano. Ed un discreto pubblico attende lui ed i suoi compagni di gruppo in una serata anche climaticamente piacevole. C’è da verificare se la bontà del progetto proposto su disco riesca a convincere anche dal vivo, la prova del palco è sempre importante per i musicisti.

Rispetto alla formazione del lavoro registrato in studio non ci sono Daniele Tittarelli al sax e flauto né Simone De Filippis alla chitarra. Ma sembrano convincenti, alla prova dei fatti, sia Marco Conti ai sassofoni che l’ultimo arrivato Marco Bonini alla chitarra. Le atmosfere rarefatte eppure fortemente incisive che caratterizzavano i brani di Inside, giustamente accostate a certe esperienze di jazz-elettronica di matrice nord-europea (anche da queste stesse pagine) si ripropongono in maniera limpida ed acusticamente eccellente (grazie anche ad ottimi tecnici del suono). Colpisce la compattezza della formazione, ognuno nel suo ruolo ed una capacità di compenetrazione invidiabile, a tratti come una serie di fili musicali che rapidamente tendono all’unione pur partendo da lontano. La tromba di Di Cosimo in felice alternanza con il bravo Marco Conti, la chitarra di Bonini fra ruolo ritmico ed escursioni soliste brevi ma assai incisive, le varie tastiere suonate da Valiante assolutamente funzionali alle corde musicali sviluppate da ogni brano. E poi una ritmica di alto livello, spesso dominante, quasi mai invadente o fastidiosa come purtroppo spesso accade, con Pecorelli e De Fabritiis (misurato e profondo il primo, talvolta fantasiosamente suberante il secondo) che risultano motore essenziale ed assai potente in diversi momenti. Ognuno sembra saper stare al suo posto alla ricerca di un risultato comune, pur mostrando a tratti qualità solistiche di indubbio livello.

Una impressione finale di musica nuova, fresca, debitrice di vari musicisti che li hanno preceduti nel tempo, ma mai scopiazzante verso chicchessia. Nu può essere definita come una delle novità della stagione jazz (e non solo) italiana, degnissima di essere seguita nei suoi prossimi progetti.