Pozza/Cleyndert/Taylor – Siciliana

Pozza/Cleyndert/Taylor - Siciliana

Trio Records – TR594 – 2016





Andrea Pozza: pianoforte

Andy Cleyndert: contrabbasso

Mark Taylor: batteria







Una celebre difesa scacchistica, tutte le ricette legate ai sapori e alle spezie dell’isola, la lingua e la scuola poetica del tredicesimo secolo, i colori e i magnifici scenari della Natura e dell’uomo. Sono tante le immagini evocate dal titolo scelto da Andrea Pozza per questo pregevole disco in piano trio. Insieme al contrabbassista Andy Cleyndert e al batterista Mark Taylor, il pianista si misura con un repertorio di undici tracce dove troviamo due brani originali e otto standard jazz eseguiti con elegante padronanza ed equilibrio. L’interplay e il dialogo tra i tre musicisti contribuiscono, inoltre, al passo solido e sicuro di ogni brano.


Non a caso, nell’elenco precedente manca uno dei rimandi scaturiti dal titolo, forse il più immediato nel caso di un disco, e manca anche un’unità al conto delle tracce. L’undicesimo brano – il secondo nella scaletta del disco – offre il titolo al lavoro ed è la Siciliana di Johann Sebastian Bach, la ripresa della antica formula barocca, una danza lenta che diventa in maniera comoda ed efficace un jazz waltz dal respiro non consueto e, se si vuole, “esotico” e con la presenza in filigrana del grande compositore tedesco.


Il confronto con un jazz dal sapore classico e con una formazione essenziale e dalla storia così ampia e articolata come il piano trio non riduce la prova di Pozza, Cleyndert e Taylor ad un esercizio di stile. Brani come Bolivia di Cedar Walton, We See di Thelonious Monk, My One And Only Love di Guy Wood, Dat Dere di Bobby Timmons, Windows di Chick Corea, Quiet Now di Denny Zeitlin (resa celeberrima da Bill Evans), Isfahan di Billy Strayhorn e Celia di Bud Powell, oltre alla già citata Siciliana di Johann Sebastian Bach, offrono costantemente materiale a tre musicisti che vanno alla ricerca di stimoli creativi e, soprattutto, sanno trovarli anche all’interno di un materiale eseguito ed ascoltato innumerevoli volte.


Siciliana è, quindi, un disco di spessore. I tre interpreti dispongono gli interventi con personalità e con profonda proprietà del linguaggio jazzistico: temi e assolo vengono affrontati con serenità e rilassata maturità, l’approccio si riflette con naturalezza nei singoli passaggi e nella costruzione complessiva. Il risultato è in una discussione pacata e sempre sapida, dove nessuno dei tre cerca di sovrastare l’altro né di imporre virtuosismi o impennate autoreferenziali sul senso musicale delle composizioni. Ed è proprio il senso intimo della scrittura, insieme alla capacità del trio di farne fluire le numerose implicazioni, che prevale in ogni momento e si rivela la guida di tutto il lavoro.



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