Finnish Jazz : Tuomo Uusitalo – Love Song

Finnish Jazz : Tuomo Uusitalo - Love Song

Fresh Sound New Talent – FSNT 506 – 2016



Tuomo Uusitalo: pianoforte

Myles Sloniker: contrabbasso

Itay Morchi: batteria

Tivon Pennicott: sax tenore in I Keep Going Back To Joe’s, There’s A Small Hotel & Benji’s Grip







Del jazz made-in-Finland la testata si è occupata piuttosto estensivamente, tentando di tracciarne un identikit formale, rilevando tra i numerosi artisti esaminati come non tutti fossero sempre impegnati nella citazione dei propri materiali folklorici così come nella convergenza alle forme jazz dominanti nell’area.


Sembra confermare queste ultime considerazioni il giovane talento da Tampere, di formazione europea ed uso agli incontri sulle scene del vecchio continente, ma stabilitosi operativamente entro il tessuto newyorkese, di cui sembra aver utilmente assimilato le più riconoscibili logiche, sia pure entro una (ri)lettura privata, tenendosi insomma alquanto distante dagli stilemi nu-jazz dell’area baltico-scandinava, quanto ben più affine alle ritualità da club della East Coast.


Alla seconda prova da leader con il presente Love Song, Tuomo Uusitalo rinnova la line-up per ri-conformare la propria idea del piano trio, lungo soluzioni comprese e corroborate dall’impegno partecipe e robusto del batterista Itay Morchi e del bassista Myles Sloniker, cui s’associa in tre tracks il sax tenore di Tivon Pennicott, d’arioso interventismo di caldo carattere mainstream.


Dalle astute dissonanze nella starter, autografa Pannonica alle swinganti pulsioni di Long Ago And Far Away (da Jerome Kern), i tratti peculiari si definiscono ulteriormente nel senso melodico imbandito sulla tela grezza, dalle movimentate trame, dell’arguta Untitled così come dell’ondivaga Love Song (che di questo sentimento espone però una visione ben poco serena), giungendo a pacificata solennità nella liricheggiante gemma A Nightingale Sang in Berkeley Square, e nell’epilogo centrando il tema della cullante, solistica Lullaby, che dell’intonazione non sempre cristallina (come è ricorrente, e non casuale, nel corso del lavoro) fa atipico valore aggiunto alla fraseologia del pianista.


Certamente collocato a valle delle correnti post-evansiane (e rimarcando il forte scarto generazionale), il pianismo di Tuomo vi naviga con il carico flottante, ma non sempre leggero, del senso austero dell’armonia, sottilmente contrapposto all’istintiva devianza, captabile ben più che in filigrana: senza particolari indugi possiamo associarci alle ottime valutazioni già espresse su questo lavoro, materia concreta per l’ascolto e ben amministrati spunti innovativi.



Link correlato: www.tuomouusitalo.com