Trygve Seim – Rumi Songs

Trygve Seim - Rumi Songs

ECM Records – ECM 2449 – 2016





Trygve Seim: sax tenore, sax soprano

Tora Augestad: voce

Frode Haltli: fisarmonica

Svante Henryson: violoncello






Le dieci canzoni che costituiscono Rumi Songs hanno una genesi molto particolare: sono infatti la trasposizione musicale delle traduzioni effettuate da Coleman Barks di dieci poesie di Jalal al-Din Rumi, mistico e poeta persiano del tredicesimo secolo, tra i maestri storici del Sufismo. E il viaggio tra secoli e continenti, tra le diverse culture e le interpretazioni dei singoli “attori” coinvolti nel percorso si riflette in un disco giocato principalmente sul canto e sulla dimensione lirica.


Suono e melodia. Sono questi gli ingredienti alla base delle composizioni con cui Trygve Seim ha musicato le poesie. Un piccolo universo compiuto in sé e animato da riferimenti vari per provenienza. Innanzitutto il folklore nordico, come è facile immaginare, in una rilettura, comunque molto autoriale e colta, con l’intenzione, peraltro, di accogliere nel vocabolario espressivo spunti provenienti da altre latitudini e tradizioni. Il mondo classico, soprattutto la dimensione dei lieder, e lo sguardo alle atmosfere della musica contemporanea. L’attitudine jazzistica, invece, si coglie in alcuni spunti espressivi, l’utilizzo stesso dell’improvvisazione è filtrato in modo coerente attraverso le suggestioni portate dai vari riferimenti.


La gestione complessiva del racconto presenta all’ascoltatore un’atmosfera particolare, trasognata e ieratica allo stesso tempo, dove si incrociano suoni lunghi e incisivi. Il tutto avviene grazie ad un impasto timbrico molto vivido dove trovano spazio il languore della fisarmonica e del violoncello, la forza espressiva della voce di mezzo soprano, la solida sicurezza dei sassofoni: se in qualche modo gli strumenti portano con sé storie e repertori ben precisi, l’approccio dei quattro musicisti è fluido, aperto ad una ricerca intesa ad andare oltre, gioco forza, i destini già scritti. Una formazione naturalmente rivolta al canto e, soprattutto, con la precisa volontà di mantenere il tutto in una dimensione cantabile e gestire la necessità di dare sostegno ai brani attraverso un approccio squisitamente melodico. Gli aspetti più cerebrali del progetto vengono stemperati dalla gestione teatrale dello sviluppo e dalla libertà con cui entrano i riferimenti stilistici ai quali si faceva cenno in apertura. La diversa forma che vengono ad avere le singole poesie e l’utilizzo che ne viene fatto completano il filo narrativo del lavoro e lo rende sfaccettato all’ascolto.


La disposizione orizzontale dei quattro musicisti, l’attitudine riflessiva, il passo sempre controllato, la capacità di trovare connessioni oblique, per così dire, ai vari passaggi si manifestano in quella gestione teatrale di cui si diceva sopra. I suoni e le frasi degli strumenti respirano insieme ai versi e lasciano che questi prendano spazio e dispongano tutto il portato espressivo con estrema calma. Rumi Songs è un disco costellato di spazi e di reiterazioni che servono a raggiungere il climax atmosferico dei singoli brani.



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