Halaesa, l’esordio discografico di Alessandro Presti

Foto: la copertina del disco










Halaesa, l’esordio discografico di Alessandro Presti.


Alessandro Presti con Halaesa celebra l’esordio discografico da leader. Gli sono al fianco Daniele Tittarelli, Alessandro Lanzoni, Gabriele Evangelista e Francesco Ciniglio. Un gruppo di giovani jazzisti dalla personalità e tecnica ben definita.



Jazz Convention: Alessandro Presti, raccontaci come hai deciso di diventare musicista, e soprattutto jazzista?


Alessandro Presti: Sono cresciuto con mio padre, trombonista e direttore di numerose bande musicali in Sicilia, è stato lui a trasmettermi l’amore per la musica. Scelsi la tromba all’età di cinque o sei anni durante la prima lezione di un nuovo allievo della banda, mio padre mostrò tutti gli strumenti che il nuovo allievo poteva studiare ed io, quando vidi la tromba, la sua forma, me ne innamorai. Ricordo ancora quel momento. Il jazz è arrivato molto dopo, alla fine dei miei studi classici, l’ho iniziato a studiare veramente a vent’anni. Ovviamente da piccolo suonando la tromba conoscevo Louis, Dizzy , Miles, cioè, conoscevo la loro esistenza, ma non li ascoltavo, ascoltavo Maurice Andrè , Wynton Marsalis classico, insomma tutto quello che riguardava il repertorio classico della tromba.



JC: Chi sono i tuoi maestri trombettisti, quelli che ti hanno folgorato e “spinto” a scegliere questo strumento?


AP: Non ho avuto un trombettista di riferimento fin quando mio padre, all’età di 10 anni, mi ha fatto conoscere Maurice Andrè e Wynton Marsalis. Parallelamente agli studi classici è nata la passione per il jazz. Ho iniziato ad ascoltare Louis Armstrong, penso sia stato lui il primo amore, poi Dizzy Gillespie, Miles Davis, Chet Baker, Freddie Hubbard e Kenny Dorham.



JC: Che definizione daresti del suono della tua tromba? Ti senti soddisfatto? O stai ancora cercando?


AP: Riguardo al mio suono, cerco di migliorarlo giorno dopo giorno. Per un trombettista il suono è il tratto distintivo, quindi penso non si finisca mai di lavorare su di esso. Ovviamente sto ancora cercando, a volte sono molto soddisfatto, altre un po’ meno. Il suono dipende purtroppo anche dal set up che hai: il bocchino e lo strumento sono fattori determinanti.



JC: Halaesa è il nome del tuo primo disco. Cosa vuol dire? Perché hai scelto un nome simile?


AP: Halaesa era un importantissima città della Magna Grecia, in Sicilia. Molto vicina al luogo in cui sono nato, quindi per me è come aver dedicato questo primo disco ai luoghi delle mie origini.



JC: Il tuo esordio discografico con la prestigiosa CAMJazz?


AP: Posso solo ringraziare la Camjazz che oltre ad essere una grande etichetta crede tanto nei giovani musicisti.



JC: Come hai messo insieme una formazione di tale livello, composta da giovani talenti del jazz nostrano?


AP: Il “suggerimento” del produttore della CAMJazz Ermanno Basso di formare un mio gruppo di giovani musicisti è stato praticamente un assist, anche perché non avevo il minimo dubbio su quali musicisti chiamare. Suonavo già con Lanzoni nel gruppo di Roberto Gatto e lo considero una rivelazione della nostra musica, sul secondo fiato ho pensato subito a Daniele Tittarelli che si è rivelata una figura fondamentale per il gruppo; Gabriele Evangelista è un contrabbassista strepitoso e con Francesco Ciniglio ho ottenuto quel sound Americano che volevo.



JC: Halaesa contiene nove brani originali scritti da te? Come e quando li hai composti?


AP: Halaesa è per me una sintesi di questa prima fase della mia carriera, i brani sono stati scritti negli ultimi tre anni tranne qualcuno. Halaesa per esempio è stato scritto cinque anni fa, uno dei primi.



JC: Quanto c’è nella tua musica della Sicilia?


AP: La Sicilia è una terra così intensa che non può che condizionare l’ispirazione di un musicista, soprattutto se vi è nato.



JC: Cosa hai pensato al termine della registrazione? Di questa prima esperienza tutta personale?


AP: Sono molto contento di questo primo lavoro discografico, dei brani e di come li abbiamo suonati. Sono anche consapevole di avere a disposizione dei grandissimi musicisti con cui suonare tanta nuova musica.




Segui Flavio Caprera su Twitter: @flaviocaprera