Brownswood Recordings – 2016
Yussef Dayes: batteria, percussioni
Hanry Wu: Fender Rhodes, sintetizzatori
Tom Driessler: basso elettrico
Kareem Dayes: basso elettrico
Mansur Brown: chitarra elettrica
Shabaka Hutchings: sax tenore
Yelfris Valdes: tromba
Gordon Wedderburn: voce
Un suono metropolitano, contaminato, sempre in movimento. Un groove propulsivo sviluppato su pedali ostinati e ipnotici. L’attitudine a lasciar correre e crescere le improvvisazioni. Yussef Kamaal – vale a dire il sodalizio formato da due musicisti londinesi, Yussef Dayes e Kamaal Williams, e tenuto a battesimo da Gilles Peterson – muove da queste premesse di partenza per dare vita alle dieci tracce presenti in Black Focus. Il disco ripercorre, prende ispirazione e reinterpreta una quantità pressoché innumerevole di esperienze partorite nell’ambito della black music: jazz, jazz elettrico, afro-beat, funk, soul, drum’n’bass vengono costantemente messi a reazione gli uni con gli altri in una combinazione sempre in equilibrio tra modernità e sguardo al passato, tra manipolazione elettronica e gusto per l’impasto timbrico degli strumenti. Allo stesso modo, i diversi numi tutelari vengono citati, ripresi, omaggiati, le suggestioni provenienti dai loro lavori vengono esplicitate in una formula personale, stratificate in una sovrapposizione fluida di livelli sonori, trasfigurate dall’impulso incessante di un motore ritmico sempre in controllo.
Se volessimo ragionare per generi, la musica presente in Black Focus prende le mosse dal jazz, come anche da altri contesti stilistici, parte da alcune sue attitudini per trovare senso in una dimensione che non può rimanere strettamente confinata all’interno di una griglia di coordinate prevedibili. Dayes e Williams, però, non si fermano ai confini tra i generi e approfittano della libertà espressiva di poter mescolare linguaggi e atmosfere: il risultato è in un disco che lega insieme fili e discorsi diversi per provare a raccontare la contemporaneità, per fermare in una fotografia il battito del mondo di oggi.
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