Elena Paparusso – Inner Nature

Elena Paparusso - Inner Nature

Lhobomusic – 2016




Elena Paparusso: voce

Domenico Sanna: pianoforte

Francesco Poeti: chitarra

Luca Fattorini: contrabbasso

Fabio Sasso: batteria








Elena Paparusso fa il suo esordio discografico con Inner nature: un lavoro sobrio e suonato con proprietà da tutto il quintetto. Alla natura intimamente jazzistica delle atmosfere che caratterizzano i brani, la cantante affianca anche qualche raffinata escursione nella canzone d’autore e la breve parentesi afro di Namuna.


Negli otto temi che compongono il disco – ai quali vanno aggiunte le brevi introduzioni a The Mask e Dark Blue Mood – trova posto un ventaglio ampio di riferimenti stilistici e di opzioni. Innanzitutto, possiamo partire dai tre autori scelti da Paparusso, vale a dire Wayne Shorter per Moaning Dance, versione con testo di Dance Cadaverous; Bjork per Virus; Kurt Weill per la conclusiva Lonely House. Provenienze diverse per genere, periodo storico e collocazione geografica: di conseguenza, la testimonianza di uno sguardo aperto, quantomeno, alla ricerca di un percorso senza troppi confini. E anche nelle composizioni originali ritroviamo tante maniere di guardare al jazz e alle sue evoluzioni, possiamo ascoltare l’intenzione di confrontarsi con le esperienze più recenti, con le soluzioni proposte su entrambe le sponde dell’Atlantico, oltre che naturalmente con gli stilemi immediatamente riconducibili agli standard.


La coerenza stilistica viene però dal suono molto compatto del quintetto. La chiave è nella “calma espressiva”, nell’intenzione di sviluppare senza fretta e in maniera rilassata tutti gli elementi presenti nel lavoro. Come testimoniano le due introduzioni utili a sviscerare, senza appesantire, le possibilità dei temi. Allo stesso modo, ancora, il dialogo tra chitarra e pianoforte affidato a due musicisti di grande spessore come Domenico Sanna e Francesco Poeti oppure l’apporto della ritmica solida, attenta alle varie sfumature e mai invadente formata da Luca Fattorini e Fabio Sasso. Il risultato è una gestione sobria del materiale per offrire alla voce un binario comodo per dispiegare le sue intenzioni interpretativi e i tanti aspetti presenti nei brani.