Roberto Magris – Need to Bring Out Love

Roberto Magris - Need to Bring Out Love

Jmood Records – JMood 013 – 2016





Roberto Magris: pianoforte

Dominique Sanders: basso acustico

Brian Steever: batteria

Monique Danielle: voce

Julia Haile: voce







Roberto Magris è un pianista triestino che è riuscito a farsi strada in Europa e negli USA, dove, tra l’altro, è diventato direttore artistico della Jmood, etichetta che pubblica questa sua ultima registrazione. In Italia i dischi del musicista giuliano hanno ottenuto sempre buoni riscontri critici, ma non hanno mai occupato, ad esempio, le prime posizioni nelle classifiche delle riviste specializzate. Al contrario, in altri paesi, Magris è ben più considerato e, per questo, viene richiesto regolarmente per esibirsi anche in sedi prestigiose. Di fatto la musica dell’artista del nord-est si contraddistingue per un respiro internazionale, non è legata strettamente alla terra d’origine, insomma. Volendo sinterizzare si potrebbe dire che il bandleader scrive e arrangia i suoi pezzi in un modo molto americano, nel solco di un jazz moderno vicino alla tradizione, aperto ad un rinnovamento ponderato, non troppo audace, cioè.


In questo album si sente il groove che zampilla letteralmente dagli assoli del pianista, espressivi, sfavillanti. infarciti di note e di energia. Si avverte chiaramente, in queste sortite, l’adesione alla corrente che ha per capofila Bud Powell e, in successione, i suoi epigoni, da Mc Coy Tyner ad Ahmad Jamal. I due giovani partners di Kansas City, a loro volta, mostrano i muscoli e realizzano un accompagnamento vivo, solido ed esuberante. Difficilmente si trova fuori dagli Stati Uniti una coppia basso-batteria con questo approccio, questo modo di suonare fortemente connotato, con le stimmate del jazz di origine controllata incise al suo interno.


Nelle otto tracce del cd si discernono ritmi caraibici, accenti bop, qualche momento più sentimentale, in particolare nelle ballad in cui sono coinvolte le due cantanti e ovunque una montagna di swing a riempire, fin quasi a straboccare, le varie takes.


Il brano migliore è Together in love, dai profumi e colori latini, impreziosito dall’intervento delle vocalist , corroborato dalla perfetta sintonia del trio, una macchina ritmica pulsante e insidiosa.


Need to Bring Out Love, a conti fatti, è un disco che non cavalca nessuna nuova onda, non va alla ricerca dell’effetto mirabolante, ma sta lì a ricordarci che esistono stilisti, come il tastierista italiano, in grado di suonare un jazz moderno, robusto e delicato insieme, privo di fronzoli e di concessioni alle mode del momento.