Karonte Records – KAR7857 – 2016
Baldo Martinez: contrabbasso
David Herrington: tromba, flicorno
Juan Saiz: flauto, sax tenore
Pedro Lopez: batteria
Nella terminologia spagnola dell’aviazione, “viento cruzado” è il vento che soffia perpendicolarmente alle piste degli aeroporti e rende difficile la manovra di atterraggio ai piloti. Vientos Cruzados è il titolo del disco registrato in quartetto dal contrabbassista galiziano Baldo Martinez: una musica matura, astratta se si vuole, scevra da riferimenti folklorici, basata in modo solido su una visione moderna del jazz.
La dimensione pianoless voluta da Martinez diventa utile per dare agilità e spessore ai sette brani originali proposti dal contrabbassista. Propulsione ritmica e impasto timbrico si miscelano in una serie di soluzioni utili ad esprimere di volta in volta le potenzialità dei brani. La dimensione swingante di Abismo, il filante svolgimento modale disegnato in Ruta, l’architettura articolata della title track aperta da una lunga introduzione giocata su sospensioni incrociate che sfociano prima in un tema corale ieratico e solenne e, poi, in un finale liberatorio e progressivo, l’ipnotico svolgimento di Como el Mar,
L’andatura del quartetto combina il protagonismo dei quattro musicisti. Martinez, Herrington, Saiz e Lopez sono sempre al vento – per declinare in modalità ciclistica il titolo del disco – e guidano sempre in modo collettivo il processo sonoro suscitato dal quartetto. Ciascuno secondo le necessità espressive e il ruolo del proprio strumento, ciascuno secondo le singole intenzioni stilistiche. La varietà offerta nella frontline dall’utilizzo di tromba e flicorno, da una parte, e flauto e tenore, dall’altra, offre al quartetto ulteriori armi da utilizzare nel corso del disco: i brani vengono esplorati a fondo e, soprattutto, vengono messe in evidenza con calma le varie possibilità che offrono ai solisti e al gruppo. La durata media dei brani è di circa sette minuti e viene svolta con densità ed equilibrio: ogni tema ha il sufficiente spazio per poter respirare e grinta per non perdere mordente. L’interplay tra i quattro musicisti diventa una chiave necessaria in questo senso: si nota nel dialogo costante e nell’immediatezza – sia in senso temporale, sia nella capacità di far propria la frase appena suonata – che ciascuno ha nel riprendere e sviluppare gli stimoli portati dalla composizione e dalle interpretazioni dagli altri.
Il finale della conclusiva El amante del riesgo – costruito su una serie di linee ostinate, variamente interpretate all’unisono da contrabbasso, tromba e sassofono, con il supporto essenziale, vitale e preciso della batteria – rappresenta una fotografia coerente del lavoro: gli assolo, le intuizioni dei singoli, la forza delle interpretazioni convergono in una visione comune e collettiva del fare musica e dell’esposizione del materiale. La leadership di Martinez è quella di un “primus inter pares”: una concezione utile a far crescere il risultato complessivo e gestire il senso musicale insito nell’improvvisazione. L’equilibrio richiesto al pilota per affrontare i venti e le mille variabili presenti nella manovra di atterraggio si trasforma nell’equilibrio da mantenere tra senso e inventiva, tra personalità e rischio di percorrere cliché, tra riflessione e approdo comodo e sicuro su argomenti già sviscerati, tra paura di non dire e fughe in avanti.
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