Workin’ Label – Workin’ Label 17 – 2016
Gianluca Bufis: chitarre, basso, sitar, voce
Giancarlo Sabbatini: vibrafono, marimba, batteria, percussioni
Iceland richiama i panorami ghiacciati, nevosi, immacolati e silenti dell’estremo nord Europa, eppure il lavoro che prende questo titolo arriva da due musicisti legati a terre ben differenti, molto più a sud, per quanto spesso abbastanza fredde (non quanto quelle). Bufis e Sabbatini vivono infatti a Benevento, dove contribuiscono fattivamente alla vita artistica e culturale della città campana. Molto eclettici nell’uso degli strumenti, rispettivamente strumenti a corda e strumenti percussivi, con una sapiente e completa idea di quanto si possa trarre da certi suoni nonché consapevoli degli accorgimenti più moderni per la sovraincisione degli stessi, Bufis e Sabbatini confezionano un lavoro molto interessante, dando ai vari brani colorazioni differenti, differenti ritmi, diversi sapori legati ad immagini evocate dai titoli (i quattro brani dedicati alle prime luci di scenari geografici come Londra, Dublino, l’Islanda e la Russia).
Il clima che tutto ciò richiama è quello freddo, nebbioso, talvolta glaciale delle latitudini del nord Europa, ma la musica esplora questi ambienti con passaggi di ritmo e di umori che lasciano affascinati (come succede con l’uso della voce, strumento aggiunto in First Light in Dublin Cold) e con notevole perizia nelle scelte di percorsi sonori talora puramente jazzistici, altre volte decisamente sperimentali e più vicini a certe correnti della musica elettronica, per quanto i loro arnesi del mestiere (vibrafono, marimba, percussioni varie, chitarre, sitar) si mostrino sempre nella loro veste più autentica. Avvantaggiandosi peraltro di accorgimenti di studio che ne ampliano l’effetto e riempiono il panorama sonoro. Un lavoro che coinvolge man mano che ci si addentra nelle tracce, ben costruito e testimone di grande coesione d’intenti fra due artisti di valore.