NoMad Music – NMM031 – 2016
Gauthier Toux: pianoforte, Fender Rhodes
Kenneth Dahl Knudsen: contrabbasso
Maxence Sibille: batteria
Gauthier Toux è un musicista francese nato a Chartres nel 1993, al secondo disco a suo nome, sempre in compagnia dei fidati Maxence Sibille, alla batteria e Kenneth Dahl Knudsen al contrabbasso. Il pianista vive pienamente la sua epoca, a ben guardare e quindi confeziona un disco con rimandi evidenti alle atmosfere pop, indie rock, funky. Oltre al piano viene in soccorso del leader il Fender Rhodes per calcare la mano su una maniera di intendere il jazz come punto di riferimento, ago di una bussola orientata sui generi contemporanei, non accademici, ma vicini ai gusti dei giovani di oggi.
La musica che si ascolta nel disco è, perciò, piana, lineare, gradevole, priva di asprezze e di sottintesi. Una musica, cioè, che non intende lanciare messaggi o sperimentare nuove sonorità. È, nella sostanza, come essa appare.
Toux guida il gruppo con un pianismo avvolgente, che srotola melodie accattivanti e si concede momenti percussivi insistiti. Kenneth Dahl Knudsen appartiene di fatto alla scuola scandinava del contrabbasso, quella che ha come modello N.H.Orsted Pedersen, per intenderci, e sfoggia un fraseggio bene articolato, stimolante, caldo e cantabile.
Maxence Sibille è un batterista di impostazione rock, convertito a questo jazz di facile presa e sottolinea con proprietà di approccio ed energia l’anima fusion delle composizioni del bandleader per mezzo di un drummin’ solido e ricco di sfumature. In tre brani si inseriscono, per raddoppiare le voci solistiche e aggiungere polpa e colori al quadro timbrico complessivo, le voci di una chitarra e di una tromba in maniera del tutto equilibrata.
Fra i dieci brani del cd, si segnala in particolare Day dreaming, una ballad che mette in risalto al meglio l’efficace compenetrazione delle linee portate avanti dal pianoforte con quelle disegnate dal basso e dalla batteria.
Unespected Thing, a conti fatti, è un album che testimonia lo stato di salute del jazz francese, dove su una base robusta, rappresentata dalle generazioni precedenti, si innestano nomi nuovi dediti ad approfondire la ricerca, oppure, come in questo caso, musicisti provvisti di una tecnica ragguardevole e di un linguaggio informato sulle nuove tendenze di richiamo popolare, pronti a dire la loro in questa specie di neo-mainstream, leggero ma non inconsistente.