Lo show di Shawnn

Foto: da internet










Lo show di Shawnn

Vercelli, Christmas in Jazz 2016 – 26.12.2016


Shawn Monteiro: voce

Luigi Tessarollo: chitarra

Aldo Zunino: contrabbasso

Claudio Saveriano: batteria



Proprio al lumicino del 2016 una stella brillava ancora in cima all’albero, a Vercelli: Christmas in Jazz 2016. Dopo i precedenti appuntamenti maschili, dapprima il sassofonista Scott Hamilton e poi il batterista John Riley, il terzo stage e concerto era riservato ad una presenza vocale femminile: Shawnn Monteiro.


Figlia d’arte di quel grande contrabbassista che risponde al nome di Jimmy Woode per ben cinque anni – dal 1955 al 1959 – colonna dell’orchestra di Duke Ellington, quando, in quel periodo e per ben un decennio, nella stessa formazione militava anche il trombettista Clark Terry, che è il padrino di Shawnn, cresciuta quindi in un ambiente in cui la musica era un tutt’uno con l’indispensabile respiro vitale. Le doti canore sono però individuali, e sarà a scoprirle Mongo Santamaria che, ascoltatala in un piccolo locale, la volle con sé a collaborare con il suo gruppo; e Shawnn ci rimase per ben due anni girando gli States e assorbendo via via quel clima che, esibendosi dal vivo, arricchisce di esperienze l’artista che vive momenti di sacrificio e di soddisfazioni, sempre pronto a fronteggiare l’imprevedibile.


Non meraviglia quindi che il concerto, un “cameo cameristico”, abbia riscosso un caloroso e meritato successo da parte dei presenti che hanno fatto il tutto esaurito al Piccolo Studio, nel chiostro della Basilica di Sant’Andrea, gioiello architettonico di Vercelli. Anche individuare la sede idonea dei concerti ha grande importanza: gli artisti non vedono di buon occhio le sedie, o poltroncine, vuote; vogliono sentire il calore del pubblico, il suo apprezzamento.


Amplificazione per voce e chitarra ridotta veramente al minimo, assente per double bass e batteria, con il solo impiego delle spazzole su pelli sapientemente accordate, è stato forse il segreto per dar vita a un’atmosfera intima, quasi magica, per dar modo alla voce morbida e intensa, scura, della Monteiro di emergere nel presentare brani anche di sapore natalizio che richiamavano Nat King Cole – The Christmas Song – o Ray Charles – Georgia on My Mind – fino al coinvolgente Jingle Bells in cui anche il pubblico, sollecitato dalla cantante, coristicamente ha fatto la sua parte. Altri brani, Satin Doll di Ellington, The Shadow of Your Smile di Mandel, Fly Me to the Moon di Bart Howard, Summertime di Gershwin, e altri che hanno completato il programma, tutti cantati in scioltezza ma con personalità, hanno rammentato altre interpreti celeberrime – ma non si vogliono accostare dei nomi per non suscitare paragoni.


Un bel concerto molto apprezzato dal pubblico, sottolineato da applausi che inevitabilmente scoccano quando il motivo viene riconosciuto, e che la cantante ha saputo tenere in pugno in modo saldo, anche se la resa acustica della sala non era certo delle migliori e l’ambiente e il freddo stagionale di certo non erano suoi alleati. Grande esperienza quindi manifestata da una delle più grandi “voci nere” del momento, unita alla capacità di insegnamento dispensata alle cantanti che hanno partecipato allo stage nel pomeriggio.