Squilibri – 2017
Canti, ballate e ipocondrie d’ammore segna l’incontro artistico fra Canio Loguercio, cantautore di origine lucana e di adozione napoletana, e Alessandro D’Alessandro, organettista eccelso, nativo di Gaeta. La musica popolare del secondo si sposa idealmente con gli aspetti più popolari e tradizionali del repertorio del primo. Loguercio ha alle spalle un paio di notevoli lavori come Indifferentemente e Miserere, sospesi fra la rivisitazione del repertorio classico napoletano e una certa sperimentazione musicale, spesso condivisa con musicisti originali e sovente proposta in contesti differenti da quelli abituali dei concerti. Difficile definire i contenuti dei suoi lavori, che comunque comprendono uno specialissimo uso della lingua, e segnatamente del dialetto, che spiazza ed avvince allo stesso tempo, rassicura e inorridisce nella sua esplorazione degli aspetti più belli e più orridi della vita e di quello che le grandi tradizioni raccontano e rimandano. La Ballata dell’ipocondria o del vibrione innamorato, video di Antonello Matarazzo (sodale di Loguercio da diversi anni) che troviamo insieme al disco, apre lo sguardo verso forme d’arte visiva assolutamente moderne ed intelligentemente devianti. L’incontro fra antico e moderno è peculiarità dei lavori di Loguercio, che esercita una fascinazione tutta sua con un canto dolente e spesso sussurrato, con storie d’amore che da private diventano simbologie del vivere contemporaneo, con combinazioni e collaborazioni musicali che raccolgono voci diverse e ne fanno un unico coro polifonico. Fra i vari musicisti presenti nelle registrazioni, la grinta, la bravura, la passione dell’organetto di Alessandro D’Alessandro brillano di luce propria. Accompagnato da un elegante libretto e con un supporto video che raccoglie le creazioni video del succitato Matarazzo, quest’opera di grandi contenuti è prodotta e presentata in una eccellente confezione dalle edizioni Squilibri.