Uscitanord – Il Sogno Occidentale

Uscitanord - Il Sogno Occidentale

I Cuochi Music Company – 2017





Marco Belisario: voce, chromonica, percussioni

Marcello Malatesta: pianoforte, tastiere, sintetizzatori

Angelo Albano: basso elettrico

Mauro De Federicis: chitarre

Bruno Marcozzi: batteria, percussioni

Omar Faye Gawane: rap in Canzone proverbiale e Il sogno occidentale









Cos’è, oggi, il sogno occidentale? Le undici canzoni presenti nel nuovo disco di Uscitanord cercano di affrontare questa domanda tanto semplice nella sua formulazione quanto impossibile da risolvere con le risposte semplici e dogmatiche di alcuni capi-popolo. Nei brani composti da Marco Belisario e Marcello Malatesta si ritrovano tutte le contraddizioni della nostra modernità, le possibili commistioni tra generi e linguaggi, i problemi epocali e la forza di impatto dei media sul linguaggio quotidiano.


L’arco tracciato nel disco abbraccia tutto lo spettacolo che si dipana davanti al nostro sguardo: sferza con ironia tagliente le abitudini televisive del pubblico occidentale e i meccanismi messi in atto dai protagonisti del piccolo schermo; riflette con dolente compassione su vicende di portata storica come le migrazioni e le conseguenti incomprensioni dovute all’incontro tra popoli diversi, spinti da istanze diverse; si interroga, come nello stile e nelle consuetudini di Uscitanord, sui vizi, sui vezzi e sulle virtù dell’uomo comune.


Il protagonista dei brani offre in prima persona il proprio punto di vista e, soprattutto, espone i dubbi e gli interrogativi che si affacciano contrastanti ad ogni nostro ragionamento. E negli ultimi due brani del disco – Canzone proverbiale e Il sogno occidentale, per la precisione – la raffigurazione plastica di questa stratificazione si manifesta con la presenza del dialetto abruzzese e del rap senegalese di Omar Faye Gawane a fianco del testo in italiano: una concomitanza di lingue, con tutte le specificità legate al suono e al ritmo delle parole, per dare corpo all’incontro e alle conseguenze, alle curiosità, alle incomprensioni, alle difficoltà e alle occasioni scaturite dall’incontro. Il sogno occidentale del titolo interroga perciò tanto chi arriva quanto, soprattutto, chi è cresciuto e vissuto in questo mondo senza riuscire a risolvere le contraddizioni sempre più intricate che si applicano alla nostra quotidianità.


Dal punto di vista musicale, prevale la forma canzone: la dimensione cantautorale però si spezia e si arricchisce di ritmi, suggestioni e timbri. Come il pregevole lavoro eseguito da Mauro De Federicis e la sua abilità nello sfruttare tutta la tavolozza delle possibilità offerte dalle chitarre. Oppure come la varietà ritmica gestita con equilibrio e con il contributo di tutti i musicisti, una linea capace di spostare con fluidità dai riflessi metropolitani del rap alle più languide tessiture delle ballate per arrivare, naturalmente, fino alle inflessioni jazzistiche. Allo stesso modo, i testi scivolano con amara ironia e divertito disincanto tra significati diversi, si confrontano con la varietà delle atmosfere attraversate dai brani con il ventaglio espressivo offerto da assonanze, allitterazioni, calembour, accostamenti di parole. Fili narrativi e musicali che si intrecciano di continuo per provare a rispondere agli interrogativi che scorrono lungo tutto il disco.


Il racconto del presente proposto da Uscitanord, infatti, è costituito di tanti tasselli differenti da accostare per poter avere una visione quanto mai plurale e sfaccettata. Una visione animata da riflessioni astratte e intime (come nella suggestiva Neve) oppure sferzanti e briose (disegnate, ad esempio, dall’andamento vivace di Dita), riflessioni necessarie a fare quel passo indietro utile per cercare uno sguardo di insieme su una realtà sempre sfuggente e spesso priva di letture risolutive.



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