Intakt Records – CD 274 – 2016
Stefan Aeby: pianoforte
André Pousaz: contrabbasso
Michi Stulz: batteria
Insieme al titolo in oggetto, sarà il caso di considerare nel suo insieme la discografia del giovane pianista da Zurigo, articolata in tre uscite lungo circa un quinquennio: l’esordio con Are You…? (Unit, 2010) ne delineava una propensione partecipativa alle speculazioni sul piano-trio, caratterizzata da una certa obliquità espressiva, primariamente nell’eccentrica costruzione melodica; anch’esso graziato da una splendida grafica di copertina, il successivo Utopia (Ozella, 2013) conferiva maggior strutturazione alle concezioni del giovane solista, tratteggiate da un’attitudine vigile nel bilanciamento tra disciplina armonica ed espansione ritmica, tra maree crescenti e distillazioni estranianti entro un album che sembrava chiudere un ciclo stilistico.
Ciò in base da una certa svolta riscontrata all’ulteriore cambio di produzione, nell’entrée presso Intakt records (etichetta presso cui si era già prodotto come sideman d’eccellenza per la vocalist Sarah Buechi e soprattutto il quintetto Pilgrim di Christoph Irninger), con otto nuove tracce che ne segnano un’apparente presa di distanza da certi eccentrici, ma probabilmente più personali canoni espressivi, con un più netto accostamento a certe formule iterativo-modulari teorizzate e praticate da affermati confratelli (Vallon, Bärtsch, Plaistow e via dicendo), da cui si discosta non tanto nelle imbastiture ritmiche, di analogo carattere (Knabautsch, Iuk), quanto piuttosto nelle assai più espanse esplorazioni melodiche, per quanto apprezzabile in tracks di carattere ben differenziato, dall’introduttiva e scultorea Stalden alle eso/misteriche e notturne To the Light e Shi, dal paesaggismo interiore di sensibilità nordica in Hmmm (di grande centralità lirica nell’opera) alle solenni dilatazioni temporali della privata The Good King fino ai suggestivi flussi di memoria di The Wheel, di caldo raccoglimento e più libera cantabilità, così conformando un album tematicamente ampio.
Alla luce del confronto con le precedenti esperienze, i nuovi materiali non risuoneranno spersonalizzati, quanto e piuttosto diversamente assertivi, ad opera di un ispirato pianista ed un sensibile teorico che non teme di mutare le proprie rotte evolutive, nel conferire ulteriore e rinnovata forma alla linea creativa propria, di austero e personale fascino.
Link correlati:
https://www.youtube.com/watch?v=aDE09WVP89M
https://www.youtube.com/watch?v=TmxGbDoKfls
https://intaktrec.bandcamp.com/album/to-the-light-24bit-96khz