Danny Grissett: un pianista sull’Oceano agitato dell’hard bop

Foto: dal sito dell’Associazione Secondo Maggio










Danny Grissett: un pianista sull’Oceano agitato dell’hard bop

Milano, Atelier Secondo Maggio @ Camera del Lavoro – 18.3.2017


Danny Grissett: pianoforte

Vincenzo Florio: contrabbasso

Francesco Ciniglio: batteria


La ventitreesima stagione dei concerti dell’Associazione Secondo Maggio si è conclusa con il concerto del Danny Grissett Trio. Parlando al microfono prima del concerto, Maurizio Franco ha ricordato il buon successo della rassegna: il pubblico è accorso numeroso ai vari concerti anche se, a suo dire, non come gli anni precedenti. Negli ultimi anni, ad esempio, l’anticipo di alcune partite della Serie A ha contribuito a distrarre la platea degli appassionati di jazz. Il programma di questa edizione ha scommesso sui volti nuovi del panorama del jazz italiano e internazionale, riuscendo a vincere la scommessa. Il ringraziamento di Franco si è rivolto quindi a organizzatori, collaboratori e tecnici, i tecnici tra gli altri il Maestro Enrico Intrea, Giuseppe Gambarino e Gianni Bombaci.


Quarantaduenne, pianista e compositore afroamericano, losangelino di nascita e residente a Vienna: questa la carta di identità di Danny Grissett. Ha studiato al Monk Institute e ha avuto come insegnanti Herbie Hancock che lo ha influenzato nello stile. Il pianista vanta esperienze musicali al fianco di grandi nomi della storia del jazz come George Coleman, Jackie McLean, Benny Golson, Tom Harrell e Billy Higgins. La sua musica trae ispirazione dall’hard-bop degli anni sessanta e ne evolve i concetti attraverso l’influenza e il confronto con le tendenze più attuali del jazz. Nelle armonizzazioni dei suoi brani si ravvisano sia spunti tonali che visioni modali, evitando accuratamente ogni radicalismo di stampo free. Le sue composizioni originali, molto personali, mettono in evidenza la sua capacità narrativa.


Il concerto ha rappresentato l’occasione per presentare al pubblico il quinto disco del pianista statunitense, The In-between. Lo stesso Grissett ha confermato che suonava per la prima volta a Milano come leader. Vincenzo Florio al contrabbasso e Francesco Ciniglio alla batteria sono stati efficaci nell’accompagnare e nel sostenere il pianista: entrambi vantano esperienze con musicisti di fama internazionali e tour all’estero. Il contrabbassista, ad esempio, ha suonato anche con il sassofonista Steve Grossman, Rosario Giuliani e il trombonista Steve Turre, mentre Ciniglio ha trascorso cinque anni a New York dove si è laureato presso il Jazz Department del City College of New York e si è esibito con musicisti del calibro di Scotto Colley e Sheila Jordan. Il pianista ha un tocco delicato, predilige le tonalità medio-alte, non ama correre rischi e conduce il suo percorso musicale con un’andatura regolare. Uno stile pianistico descrittivo, evocativo di luoghi, interessante all’ascolto. La ritmica non si è limitata a svolgere la sua funzione di sostegno, ma sia Florio che Ciniglio si sono ritagliati lo spazio per qualche scambio veloce con il pianista o per veri e propri assolo. Un applauso a tutti i musicisti che hanno dato vita a un concerto piacevole e “sostanzioso” e agli organizzatori che hanno realizzato ancora una volta una rassegna di livello: l’appuntamento, rinnovato da Maurizio Franco all’inizio del concerto, è per il prossimo ottobre con la nuova stagione del Secondo Maggio.