Via Veneto Jazz / Jando Music – VVJ 111 – 2016
Marta Colombo: voce
Mario Caporilli, Fabio Gelli: trombe, flicorni
Stan Adams, Pierluigi Bastioli: tromboni
Claudio Giusti, Alessandro Tomei, Carlo Conti, Duilio Ingrosso: sassofoni, flauti, clarinetti
Alessandro Gwiss: pianoforte, tastiere
Gianluca Massetti: tastiere
Manlio Maresca: chitarra
Lorenzo Feliciati: basso
Enrico Pulcinelli: percussioni
Pierpaolo Ferroni: batteria
Con la partecipazione di:
Petra Magoni: voce in Die Tippse und der Boss e L’Appel
Chiara Morucci: voce in La mossa del cavallo (Rocha Lisa)
Coro su The Gil Evans Song e Goodbye: Carla Cocco, Bruno Corazza, Stefano Diana, Desirée Petrocchi, Alice Feliciati, MariTé Kabutakapua, Alessandro Leoni, Eleonora Bianchini, Melanie Soden
Massimo Nunzi riesce a condensare nelle quindici tracce di Into The 80’s una quantità notevole di stimoli e riferimenti. In pratica, sembra di vedere Pinocchio e Laurie Anderson, Gil Evans e il comandante Edward Straker della SHADO, Mike Bongiorno, Mulatu Astatke e molte altre figure animarsi e prendere parte ad una foto di gruppo simile alla copertina di Sgt. Peppers – o, se si preferisce, alla copertina di We’re Only in It for the Money di Frank Zappa e dei The Mothers of Invention – e dare vita ciascuno al proprio racconto musicale. Un disco ricco e variopinto, interpretato e condotto con grande piglio ed energia. Nella presentazione del disco, Nunzi trova la definizione più esatta per restituire il senso del lavoro compiuto: «Cerco il pieno, non il vuoto. Alle atmosfere sospese preferisco la struttura, il lavoro maniacale su composizione e arrangiamento.»
Gil Evans, Hal Willner e Frank Zappa: basta elencare i tre numi tutelari richiamati dal trombettista per togliere ogni dubbio e mettere al centro dell’attenzione dell’ascoltatore la voglia di giocare con la musica – anzi, verrebbe facile e sarebbe più corretto dire «con le musiche» – e l’intenzione di far respirare tutta la varietà delle ispirazioni e delle sue passioni artistiche.
Le premesse appena fatte servono a dire come gli oltre settantasei minuti del disco siano, in realtà, un fuoco di fila di situazioni musicali energiche e scoppiettanti dove si affiancano viaggi nel tempo e cambi di scena, dove soprattutto si ritrova tanta dedizione, un lavoro certosino per rendere fluido, scorrevole e compatto il filo seguito dal disco. Basta considerare l’ambientazione newyorchese di NY1982 dove ritroviamo, stratificati come livelli geologici, tutti i diversi stili alla moda nella Grande Mela nel corso del Novecento, intrecciati l’un l’altro nel brano e necessari l’uno alla definizione dell’altro. E, in qualche modo, lo stesso mood anima anche il sentito e aderente omaggio che Nunzi compone con The Gil Evans Song e riesce a vivificare l’esercizio di stile e a trovare una maniera per raccontare tutta la vicenda del grande compositore e bandleader con brillante freschezza e in cinque minuti e mezzo.
Into The 80’s fa pensare ad un romanzo autobiografico di formazione musicale. Ci troviamo a cavallo della fine di un decennio pronti ad entrare in quello successivo. Il nostro protagonista raccoglie quanto ascoltato negli anni settanta e lo proietta in avanti, in prima battuta negli anni ottanta e poi fino ai nostri giorni. La compattezza del risultato finale proviene dalla firma e dalla visione di insieme del deus-ex-machina dell’Orchestra Operaia: Massimo Nunzi disegna un autoritratto sfaccettato attraverso le sue curiosità e i suoi gusti. Questa grande varietà viene messa a disposizione di un organico solido e dotato di equilibrio e forza espressiva, capace di mettere a frutto tutte le qualità dei suoi componenti, i diversi livelli di gioventù ed esperienza. L’Orchestra Operaia è un rullo compressore capace di manovre delicate: l’attenzione alla composizione e agli arrangiamenti permette a Nunzi di declinare energia ed esplosività nelle varie atmosfere evocate dai brani. E se il meccanismo si esalta quando viene lanciato a tutta velocità come in UFO o nel finale vorticoso di Pinocchio, è nelle tracce più articolate, come ad esempio in Laurie at home o ne L’appel, che dimostra tutto il suo potenziale riuscendo a cambiare passo con estrema agilità.
Into the 80’s, infine, è anche un disco di canzoni. Le tre cantanti coinvolte – Marta Colombo, voce residente dell’orchestra, e le ospiti Petra Magoni e Chiara Morucci – aggiungono la varietà linguistica dei testi in inglese, latino, tedesco e portoghese. Il filo melodico proprio della canzone diventa il filo da percorrere nelle funamboliche evoluzioni della formazione e, in particolare, delle cantanti: un gioco coerente e spiazzante, condotto con lo scopo di riempire, come si leggeva sopra nella note di Nunzi, e rendere filante il risultato complessivo, rifornire continuamente di propellente la “macchina” e sapere come utilizzare tutta questa vitalità senza farsi prendere la mano.
Segui Fabio Ciminiera su Twitter: @fabiociminiera