Acqua e Vino Chianciano Terme Music Jazz Festival 2017

Foto: la locandina della manifestazione










Acqua e Vino Chianciano Terme Music Jazz Festival 2017


Acqua e Vino Chianciano Terme Music Jazz Festival 2017 è il nome di un nuovo festival, in programma dal 21 al 23 aprile, presso il Parco delle Terme di Sant’Elena. Una rassegna che nasce con l’intento di legare le eccellenze enogastronomiche e paesaggistiche delle Terre Senesi a un percorso musicale di spessore che culmina con il concerto-evento per il ventennale di Banda Sonora. Abbiamo chiesto a Jonathan Giustini, direttore artistico della manifestazione, di raccontarci come è nata e si è sviluppata l’idea del festival.



Jazz Convention: Come nasce Acqua e Vino Chianciano Terme Music Jazz Festival 2017?


Jonathan Giustini: Il festival nasce da una visita casuale in questo luogo meraviglioso che sono le Terme di Sant’Elena a Chianciano. Una delle acque oligominerali più curative ma anche sacre. Un posto che negli anni Cinquanta e Sessanta è stato luogo di grandi concerti, di grande vita mondana e poi è decaduto con l’avvento di un nuovo turismo. L’ho visitato in inverno e ne sono rimasto folgorato. Grotte con pipistrelli, uno stile liberty ancora evidente. Papa Ratzinger, visitandolo prima di essere eletto pontefice, lo definì un santuario ecologico. Un’acqua curativa che scende dal Monte Amiata e sgorga dalla roccia dopo aver attraversato le crete senesi. Con questo stato d’animo, ho letto delle vecchie carte dove si riportavano notizie di grandi concerti jazz che si erano tenuti nelle Terme, dopo l’Esposizione Internazionale di Bruxelles dove l’acqua fu presentata al mondo. Ci sono ancora le foto. E così è stato un lampo pensare di far nascere un festival jazz. Chianciano Terme possiede una antichissima scuola di Musica, l’Istituto Bonaventura Somma, che diede vita all’esperienza di Banda Sonora su musiche di Battista Lena. Una banda di paese che riunì le eccellenze del jazz italiano: Gabriele Mirabassi, Enrico Rava, Marcello Di Leonardo, Gianni Coscia, Battista Lena, Enzo Pietropaoli. Una banda che ha viaggiato il mondo ed è stata tra le prime ad incontrare il jazz. Peraltro, una vicenda ripresa anche in un film di Francesca Archibugi: La strana storia di Banda Sonora. Quest’anno peraltro ricorre il ventesimo anniversario di quell’esperienza. E così ho cominciato dal basso a girare per il paese chiedendo: «Ma conoscete Banda Sonora?» Piano piano, sono arrivato al Maestro Paolo Scatena, al direttore dell’Istituto Somma e infine a Battista Lena che ha una casa sopra Sarteano, a pochi chilometri da Chianciano. E sono riuscito a rimettere insieme Banda Sonora, tutti tranne Gianni Coscia e Enzo Pietropaoli perché in tour all’estero in quei giorni. Saranno sessantacinque elementi in scena. Il Paese ha cominciato a rispondere, a riprovare l’antico fuoco e così, piano piano, partendo dal territorio, ho coinvolto gli altri musicisti. Come linea editoriale, ho voluto che fossero tutti musicisti legati a Chianciano. Eccellenze nazionali presenti, in qualche modo, sul territorio. Perlomeno, per questa prima edizione. Dopodiché è venuto naturale pensare a coinvolgere la grande ristorazione e Arcicaccia. Cuochi e cacciatori. Tutta roba genuina, allo stato brado. E, poi, il vino nobile del territorio, dal Chianti al Rosso di Montepulciano di alcune cantine eccellenti come il Salcheto. Il tutto in tre giornate dove si entra gratis. Si inizia nel pomeriggio e si va avanti fino all’alba con la collaborazione anche dei ristoratori locali che restano aperti per l’occasione.



JC: Quali sono state le linee seguite nella direzione artistica?


JG: Le linea guida sono state: valorizziamo le eccellenze musicali del territorio. Chianciano Terme possiede una grande tradizione musicale. Fin dall’Ottocento e, poi venendo a giorni più vicini, la figura di Bonaventura Somma, allievo di Respighi, docente anche a Santa Cecilia e collaboratore stretto di Karajan, Toscanini e altri insigni maestri. Insomma un grande. E così, per questa prima edizione, sperando di poterne fare altre, ho pensato di coinvolgere le eccellenze del posto, o perlomeno musicisti che hanno casa nei paraggi. Battista Lena in primis al quale ho riproposto di riportare in scena Banda Sonora e di suonare in quartetto insieme a Enrico Rava, Marcello Di Leonardo e Gabriele Evangelista. Uomo di cultura ma anche diretto e generoso, Battista secondo me è, allo stesso tempo, tra i più raffinati e popolari compositori italiani. Geniale, eclettico, “cosmonauta” e chitarrista eccelso. Per la prima sera, invece, ho pensato ad una donna: ho scoperto il tributo a David Bowie in chiave jazzistica di Federica Zammarchi. Un disco che ha pubblicato la CNI, devo a Paolo Dossena l’avermelo fatto scoprire. Me ne sono innamorato e poi ho scoperto che Federica è del Monte Amiata. Pochi chilometri da Chianciano. Per esigenze tecniche viene in trio con Gianluca Massetti al piano e Alessandro Papotto come ospite al fiati. Poi ci sono gli aperitivi musicali che servono a scaldare gli animi e qui ho chiamato un cantautore che incontra il jazz, Marco Massa. Lui ha origini toscane e produce un vino rosso nobile straordinario: il vino di Massa. E così ho pensato di unire la canzone d’autore al jazz e al vino con degli aperitivi in cui si ascolta e scopre un vino doc. Ma ci saranno anche altri aperitivi musicali, tutti acustici, come quello della contrabbassista Federica Michisanti che farà un solo di contrabbasso. Ovviamente ho pensato a dei convegni, a chiamare giornalisti a presentare libri sul jazz, a dedicare uno spazio a Frank Zappa in jazz. E poi fare rete con altre città: Milano che verrò con alcuni membri del direttivo locale del MIDJ, Verona con il Premio Zorzella. Presenteremo La Rete dei Festival con uno sguardo aperto al mondo degli indipendenti. Parleremo di una nuova esperienza come Acquedotte. Ci sarà anche uno spazio di vinile jazz raro curato da Vinile di Milano, storico negozio di dischi. Ogni pomeriggio ci consentirà di fare terme, bere acqua e vino, ascoltare convegni e scoprire e eccellenze del territorio, per arrivare all’ora di cena e al momento dei concerti. Poi si continua con le jam sessions fino all’alba in un locale dal nome strano: L’assassino. In realtà, è un ristorante straordinario che resta aperto per farci degustare altro fino all’alba. A pranzo si mangia tutti alla Torretta, altro luogo d’eccellenza.



JC: Quali sono stati gli stimoli e le difficoltà di una prima edizione?


JG: Lo stimolo principale quello di fare qualcosa di bello e culturalmente valido per il mio paese di origine della mia famiglia materna. Un’antica famiglia del posto. Un luogo dell’anima per me dove sono sempre tornato e dove riposano i miei genitori. Sono partito da questo desiderio, da questa esigenza profonda. Un amore e nulla più. Le difficoltà tante. Diffidenza iniziale. Fatica a mettere tutti in rete. Convincere il Sindaco, la giunta, qualche piccolo sponsor. Tra questi Banca Cras. Poi coinvolgere volontari, l’associazionismo locale. La gente comune. Ma sempre a testa alta. Convinto che ero nel giusto. Mai Chianciano aveva avuto un festival jazz. E se lo merita! Lo troviamo a Montepulciano, a Sarteano, a Torrita. Ora ce l’abbiamo anche noi. Piano piano ho visto crescere la fiducia e poi l’entusiasmo. Nei paesi è così. Ma è bello che sia così! Le cose te le devi conquistare pietra dopo pietra.



JC: Sappiamo benissimo che per le difficoltà legate alle manifestazioni culturali oggi, un festival jazz deve aprirsi al turismo culturale, deve avere eventi collaterali, deve dialogare con il territorio: come avete operato in questo senso?




JG: Il territorio, come dicevo anche prima, ha risposto in massa. Dall’unione dei commercianti che sarà presente come rete fino ai cuochi di Arcicaccia, fino agli alberghi che collaborano. Chianciano è un posto pieno e ricco di alberghi. Per finire con il manifesto del festival che è un regalo e opera del più importante pittore del paese, Curio Ercolani. Un signore molto anziano che ha fatto storia, allievo di Mafai e Rosai. Che da bambino vedevo passeggiare per il paese. Mi sono ricordato di lui e Curio mi ha aperto le braccia e mi ha regalato un pastello che rappresenta le eccellenze del paese. Ci sono tutti. Dai ragazzi di vent’anni ai signori ultranovantenni. Come è giusto che sia! Poi si dialoga tramite i social con agenzie turistiche che portano anche un turismo di qualità: abbiamo già prenotazioni di tavoli di stranieri che vogliono venire a passare la Pasqua da noi per ascoltare jazz, bere vino e degustare la cacciagione del luogo e le altre eccellenze. E poi c’è l’acqua che tutto purifica.



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