Cettina Donato Quartet – Persistency (The New York Project)

Cettina Donato Quartet - Persistency (The New York Project)

AlfaMusic – AFMCD197 – 2017





Cettina Donato: pianoforte

Matt Garrison: sassofoni

Curtis Ostle: contrabbasso

Eliot Zigmund: batteria








«Pianist, composer, arranger, educator». Questa la definizione che accoglie il visitatore che approda sul sito di Cettina Donato. Nel suo percorso si combinano infatti la visione orchestrale, il confronto con organici ampi e con la dimensione dell’arrangiamento e, dall’altra parte, le dinamiche del piccolo combo con cui ha registrato il suo primo lavoro, Pristine, e il penultimo disco, Third. Crescendo, la seconda registrazione, invece la vedeva alla guida di una formazione che univa un trio d’archi alla line up tipica della big band di stampo jazzistico. Occorre, inoltre, tenere in considerazione il fatto che la pianista siciliana da tempo si divide tra le due sponde dell’Atlantico, allacciando collaborazioni e relazioni musicali con musicisti e realtà italiane e statunitensi.


Persistency è, in qualche modo, un lavoro dove tutte le intenzioni e gli spunti presenti nel percorso della pianista siciliana trovano posto e sintesi. Una convergenza naturale di scrittura europea e senso dello swing, rispetto per la tradizione e personalità. Facendo scorrere le otto tracce del disco, si capisce in modo immediato e lineare come Cettina Donato sia in grado di manifestare il trasporto per le atmosfere fumose e, in generale, per l’immaginario sonoro del jazz ma abbia, allo stesso, la capacità di svicolare dai clichés, di aggiungere accenti particolari, di accostare colori diversi alla tessitura del quartetto jazz. Senza sovvertire le regole ma senza lasciarsi schiacciare dalla necessità di aderire in modo supino agli stilemi della formazione e a quanto è stato prodotto in quasi un secolo di jazz. Siamo quindi all’interno dello scenario del quartetto e del linguaggio del jazz senza avvertire il peso e, soprattutto, con il pensiero di provare a tracciare coordinate personali con cui rileggere quello scenario e interpretare quel linguaggio.


Sette composizioni originali, una morbida e vaporosa versione di Lawns di Carla Bley e una sorpresa finale per chi acquista il disco costituiscono l’ossatura di un disco solido. Nella scrittura e nell’approccio complessivo della leader si trovano tanto riferimenti precisi quanto chiavi utili per uscire dal binario segnato. È il riflesso principale della visione orchestrale, la necessità di dover pensare qualcosa che possa fare freschezza e valori aggiunti alle note. Cettina Donato riesce a non farsi vincere dalla paura del vuoto nel passaggio dal grande organico al quartetto: la musica che ascoltiamo in Persistency possiede la giusta densità espressiva per mantenere in equilibrio le varie suggestioni.


Il mondo gershwiniano rivisitato con swing in Gershwin Dixit rappresenta la prova di quanto si è detto finora. La scrittura riecheggia temi e attitudini del grande Maestro statunitense, entra ed esce con spirito divertito e leggero dal dialogo con la sua musica e ne sfrutta le possibili letture.


E, naturalmente, riesce a sfruttare a pieno le potenzialità innescate da un quartetto formato da musicisti di diverse generazioni. Il confronto di tre musicisti emergenti con un batterista come Eliot Zigmund diventa una collaborazione stretta ed intensa, l’interplay che ne risulta è vivo e sempre capace di mantenere desta l’attenzione dell’ascoltatore.



Segui Fabio Ciminiera su Twitter: @fabiociminiera