Caligola Records – Caligola 2224 – 2016
Silvia Rinaldi: violino barocco
Luca Chiavinato: liuto barocco, oud
Francesco Ganassin: clarinetto basso
Capita sempre più spesso d’incontrare musicisti di estrazione “classica” che s’interrogano sul loro ruolo e sul futuro della loro arte. C’è a volte, in alcuni di loro, la sensazione che le sale da concerto siano luoghi rituali, nei quali il pubblico è sempre meno presente e la ricerca di nuove strade quasi preclusa. Si avverte in loro la consapevolezza che è necessario guardare, senza per questo tradire le proprie radici e l’immenso patrimonio di cui sono depositari, a cosa avviene fuori dall’Accademia, a come si muove la musica nel mondo esterno.
Forse in quest’ottica nasce questo trio, formato nel 2015 dalla violinista Silvia Rinaldi e dal liutista (e suonatore di oud) Luca Chiavinato, ai quali si è aggiunto, in un secondo momento, Francesco Ganassin, musicista che da anni indaga, con vari strumenti a fiato, i vasti territori della world music e del Jazz. Il gruppo, come dicono le note di copertina «non ricerca tanto la contaminazione fine a se stessa, quanto la naturalezza del suonare insieme, cercando i tratti comuni di un linguaggio davvero universale». Fin dal primo ascolto si può dire che il loro intento sia stato raggiunto. La proposta di New Landscapes fa presa, immediatamente, sull’ascoltatore. È una musica certo non facile ma di grande impatto, intessuta com’è di bellissime, sognanti, linee melodiche, di suggestioni e sfumature sonore mai banali, d’intensi profumi d’un oriente onirico e carnale allo stesso tempo.
Musica “paesaggistica” la definisce Ganassin in un’intervista. A differenza di tanti crossover sonori, Rumors non scade mai, tuttavia, nel mero bozzetto sonoro, nella “cartolina” musicale. È piuttosto musica di sogni, musica per “viaggiatori immobili”. Musica di tranquilla irrequietudine.
Il disco, il primo del trio, registrato in live (scelta quanto mai apprezzabile), presenta diversi brani originali di Ganassin (Notevoli Barracuda, Like a Dandy e Cha no Keburi, tributo musicale alla tradizione poetica giapponese degli Haiku) e Chiavinato (da ricordare la lirica Halab). In due brani, Lachrimae (tratto dal repertorio di John Dowland) e Gnossienne n.1 (da Satie), suonano solo la Rinaldi e il chitarrista.
Il viaggio si chiude con un opportuno omaggio (Parfum de Gitane) ad Anouhar Brahem, il grande pontiere musicale fra oriente e occidente, probabilmente il Piazzolla dei nostri tempi.
Speriamo di poter riascoltare presto, magari in qualche sala da concerto, questa bella proposta musicale.