Abeat Records – ABJZ 161 – 2016
Michele Franzini: pianoforte
Roberto Mattei: contrabbasso
Rudy Royston: batteria
Michele Franzini, Rudy Royston e Roberto Mattei sviluppano la loro musica con le radici ben piantate nel jazz: sei brani originali, tre temi provenienti dalla grande tradizione e uno “sconfinamento” nel Brasile di Djavan sono il terreno utile per una conversazione condotta dai tre musicisti sulle possibilità ancora attuali e comunicative di un linguaggio che si è evoluto per tutto lo scorso secolo. Roots’n’rain è un disco realizzato con atteggiamento maturo ed onesto: senza cercare soluzioni estreme o stravolgimenti fini a sé stessi, i tre pensano soprattutto a suonare, ad esplorare quanto presente nei temi con improvvisazioni solide e coerenti.
Una chiave di lettura può essere ritrovata nella scelta di riprendere brani come Hackensack di Thelonious Monk e A flower is a lovesome thing di Billy Strayhorn: titoli si possono inserire facilmente nel novero degli standard – conosciuti e aderenti al linguaggio – ma sono senz’altro meno frequentati di altri. Il trio sceglie in questo modo di muoversi secondo una prospettiva peculiare, rispettando il linguaggio senza per questo svilire il significato del proprio lavoro. E, in questo senso, torna utile la metafora introdotta dal titolo e dalla copertina: è chiaro che sarà sempre riconoscibile – e con una certa facilità, se si vuole – un tipo di albero dall’altro ma, al contempo, ciascun esemplare della stessa specie cresce e si sviluppa in modo diverso a seconda delle condizioni che lo circondano e della pioggia che lo avrà irrorato. La musica suonata da Franzini, Royston e Mattei, in modo analogo, utilizza i medesimi spunti di partenza che hanno dato vita ad altri lavori e ad altre formazioni ma li filtra attraverso le esperienze dei tre protagonisti, il loro percorso musicale, le inclinazioni stilistiche e gli incontri.
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