Pasquale Mirra – Moderatamente Solo

Pasquale Mirra - Moderatamente Solo

Fonterossa Records – 2017





Pasquale Mirra: vibrafono, percussioni








Nell’intervista registrata durante la scorsa primavera al termine del concerto in solo tenuto a Giulianova, Pasquale Mirra aveva introdotto alcuni degli spunti che ritroviamo in Moderatamente Solo: il disco riporta infatti la registrazione dell’esibizione del vibrafonista al Fonterossa Day del 2016.


Nella dimensione totalmente acustica, Mirra gioca in maniera profonda con le tradizioni e con i suoni: una ricerca che mette in risalto tutte le potenzialità sonore di uno strumento ricco e affascinante come il vibrafono. Una suite di quarantatre minuti dove si intrecciano improvvisazione libera e visione melodica: alcuni spunti tornano nel discorso e fungono da riferimento nel flusso continuo di suoni e suggestioni, nel rincorressi di percussioni ed echi. Mirra riesce a creare un lavoro intimo, solido e leggero allo stesso tempo, evocativo quanto concreto e materiale. Pasquale Mirra esplicita la componente introspettiva nel pensiero riportato all’interno del disco, nella dedica ai genitori, nelle emozioni “inspiegabili” che si accompagnano ad ogni esecuzione in solo. Una dimensione sospesa e lirica corre per tutte le dieci tracce in cui è diviso moderatamente Solo: mettendo a nudo il proprio mondo interiore. Mirra riesce a creare uno spazio emotivo per l’ascoltatore, una dimensione dove mettersi a confronto in modo diretto con sentimenti e sensazioni.


Dal punto di vista musicale, il vibrafonista recupera temi di Karl Berger e Ed Blackwell (From Just Play), Charles Mingus (Thinking Charles), Herbie Nichols (2300 Skidoo) e Don Cherry (Togo) e segna in questo modo il suo richiamo alla storia delle avanguardie. Sono riferimenti che ritroviamo, però, filtrati da una lunga pratica di concerti dal vivo e dialoghi in duo, da riflessioni musicali e dall’approccio allo strumento e all’ambiente circostante. Sono passaggi interiorizzati e resi parte integrante del discorso complessivo, in totale continuità con il flusso del percorso sonoro. Il cerchio che si sviluppa dall’apertura percussiva e timida fino alle reminiscenze africane presenti in Togo e alla sobria dissolvenza finale è animato, infatti, da una fortissima coesione: un filo musicale dove l’improvvisazione sviluppa il sneso delle emozioni e la timbrica dei suoni del vibrafono, delle percussioni e degli oggetti diventa la tavolozza con cui proporle al pubblico.



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