Stefano Carbonelli – Ravens Like Desks

Stefano Carbonelli - Ravens Like Desks

Auand Records – AU9054 – 2016




Stefano Carbonelli: chitarra elettrica

Daniele Tittarelli: sax alto

Matteo Bortone: contrabbasso

Riccardo Gambatesa: batteria





Ravens Like Desks è un disco che contiene tutte le qualità per essere definito di jazz contemporaneo. I quattro musicisti guidati da Carbonelli sono dotati di tecnica e controllo dei propri strumenti. Il chitarrista è anche autore, oltre che leader, dei dieci brani che compongono il disco. Carbonelli è riuscito a tenere ben in equilibro armonia e ritmo dedicandosi anche a una discreta ricerca sonora che rende Ravens Like Desks un disco interessante e ben suonato. Ne è prova la title track aperta dalla chitarra che si ritaglia un assolo dal suono spigoloso e da fantasiosi rivoli armonici sostenuti da una sezione ritmica incalzante e puntuale. In Fuori da Casa Mia! subentra Tittarelli: il sax dialoga con la chitarra, apre spazi che puntualmente vengono armonizzati e “levigati” da Carbonelli. Al ritmo di una bossa nova inusuale si apre Tempo Nuvoloso. Il tema è accennato e distorto, fuorviante a volte nei dialoghi di sax e chitarra, per poi trasformarsi nella seconda parte in altro. Watercolour Light invece ha un incedere tranquillo, attorniato da un’atmosfera rarefatta e color pastello dove il contrabbasso recita un monologo intenso e intimista. Dinamico e post bop è Stop Kickin’ That Dodo, in cui Tittarelli risale e ridiscende scale improvvisando e dialogando con chitarra e contrabbasso. Più bluesy è l’andamento del seguente Nessuno Vide Nulla. Ammantato di contemporaneità è The Selfish Giant, un pezzo costruito in punta di piedi dove contrabbasso e spazzole fanno da tappeto al costrutto narrativo di Carbonelli. Frenetico vede la batteria in primo piano che esegue una performance iniziale in solo che fa da stimolo a Carbonelli nel call and response. Ravens Like Desks prosegue seguendo una direzione variegata, in cui ogni brano è diverso dall’altro sia nel tema che nella musica. Carbonelli è riuscito con le sue composizioni a districarsi all’interno della contemporaneità senza cadere nel deja vu ma sfruttando gli spazi di libertà e un ricco background jazzistico che gli si riconosce all’ascolto.



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