Wide Ear Records – WER020 – 2017
Roberto Pianca: chitarre
Dan Kinzelman: sax tenore, clarinetto
Glenn Zaleski: pianoforte, tastiere
Stefano Senni: contrabbasso
Luis Candeias: batteria
L’espressione inglese “under the roses”, che traduce il latino sub rosa è carica di riferimenti a culture simboliste e -o esoteriche. È un titolo perfetto per una musica come quella espressa da questo quintetto, densa di allusioni, di citazioni, di un eleganza un po’ scontrosa. Una musica che può avere come nell’iniziale Stream Of Consciousness, un andamento sospeso e sognante, un po’ ipnotico, suonare come nella seconda traccia, Modern Times (e ancora di più nella quinta, Omnium. più marcatamente jazz), fluttuare sul tappeto sonoro disegnato dalle tastiere come in Spectrum, far risuonare accenti alla Pat Metheny come in Food Chain. In ognuno dei sei brani della scaletta esprime, quale che sia la situazione musicale, un lirismo un po’ straniato, asciutto, essenziale.
Ad innervare la sottile malinconia della scrittura e delle chitarre del leader del leader concorrono in maniera efficace la ritmica ( pregevole il lavoro di Stefano Senni e di Louis Candeias) e alcuni soli di Dan Kinzelman (notevole quello al clarinetto in Spectrum e al sax tenore nella quinta traccia, Omnium). Glenn Zaleski si fa apprezzare soprattutto alle tastiere, sulle quali crea passaggi sonori molto intensi e perfettamente funzionali all’intenzione poetica del disco.
Un buon disco, in stile un po’ ECM, etichetta per cui il chitarrista ticinese ha peraltro inciso. Quello che si apprezza di più è l’equilibrio del gruppo, la capacità del quintetto di spaziare in un ampio panorama di riferimenti musicali. Sub Rosa è un progetto musicale credibile e ben disegnato che si sforza sempre di non cadere nel già ascoltato, nell’ovvio, pur muovendosi in territori di non certamente inesplorati.