Firehouse 12 Records – 2017
Mary Halvorson: chitarra
Susan Alcorn: pedal steel
Jonathan Finlayson: tromba
Jon Irabagon: sax alto
Ingrid Laubrock: sax tenore
Jacob Garchik: trombone
John Hébert: contrabbasso
Ches Smith: batteria
Dovessimo limitarci a quanto già espresso dalle più note partecipazioni nonché dalle abituali militanze della chitarrista (entro un ampio ventaglio che in primis consideri l’attivo comprimariato nelle varie formazioni della sempre viva scuola braxtoniana ) conseguiremmo più d’un elemento di sorpresa nell’approccio ai materiali a firma di Mary Halvorson, non essendo magari di comune dominio l’eguale importanza delle suoi forti investimenti in progetti avant-rock: eclettismo e naturale curiosità si considerino pertanto tra le forze motrici ed ideative di una musicalità che mantiene ampio margine per il tratto personale, così come si palesano le strategie rappresentative della giovane musicista originaria dal Massachusetts.
Coerentemente insomma con il precedente Illusionary Sea (del 2013), l’appena pubblicato Away With You reca tratti e movenze di una musicalità nient’affatto scontata, e qui suggestivamente rappresentata da un blend stilistico dai caratteri in parte imprevisti; operando un contenuto aggiornamento della line-up in settetto, espressa nel citato album, e allora ritenuta dalla leader la più calzante e creativamente gestibile, questa è ora completata con una sorta di “doppio” – se così vogliamo intendere l’arruolamento di Susan Alcorn, talento della pedal-steel guitar ma personalità non certamente gemellare rispetto alla titolare.
Quest’ultima non lesina in energie creative focalizzate sulle tracce melodiche e gli schemi armonici, in ciò adiuvata da una tonica formazione entro cui spicca l’atmosferico impiego di una concentrata ma corposa brass-band, ad argomentare un sapiente senso dell’orchestrazione liberamente cementato dall’inventivo drumming di Ches Smith e dal teso supporto basso di John Hébert, naturalmente completata dai divergenti metalli delle due voci chitarristiche.
Entro un arduo ma elastico bilanciamento tra strutturazione e de-strutturazione, la musicalità s’impronta di un’allure spiritata cui s’alternano spunti festosi e slanci ritmici; dalla capricciosa vena ludica dell’eponima Away with You al dimesso spleen di Fog Bank, dai lampi rockeggianti di Safety Orange al bruciante laboratorio free di Sword Barrel, l‘album esplicita ampiezza di ventaglio visionario ed emotivo e riuscirà almeno nel resettare le coordinate delle aspettative di “genere”.
Lo studiato lavoro si permette una coraggiosa (ma non certo unica) uscita commerciale perfino in doppio vinile audiofilo, affermazione di presenza entro un mondo spettacolare tuttora in piena vitalità (almeno nel senso dell’offerta), così come decisamente vivido appare lo stato dell’arte qui conformato dall’agguerrito ensemble, riunito sotto la regia di questa figura saliente e per vari versi priva d’equivalenti entro la scena chitarristica ma più in generale di un sentire avant-garde; ormai una certezza nel dispensare segni e traiettorie nell’ampio bacino delle scene transatlantiche, la solida sperimentatrice di corde elettroacustiche s’è titolata sul campo tra le personalità per le quali il termine “fuoriclasse” riveste almeno un argomentato senso.
Link correlati:
maryhalvorson.bandcamp.com/album/away-with-you
www.maryhalvorson.com
Coerentemente insomma con il precedente Illusionary Sea (del 2013), l’appena pubblicato Away With You reca tratti e movenze di una musicalità nient’affatto scontata, e qui suggestivamente rappresentata da un blend stilistico dai caratteri in parte imprevisti; operando un contenuto aggiornamento della line-up in settetto, espressa nel citato album, e allora ritenuta dalla leader la più calzante e creativamente gestibile, questa è ora completata con una sorta di “doppio” – se così vogliamo intendere l’arruolamento di Susan Alcorn, talento della pedal-steel guitar ma personalità non certamente gemellare rispetto alla titolare.
Quest’ultima non lesina in energie creative focalizzate sulle tracce melodiche e gli schemi armonici, in ciò adiuvata da una tonica formazione entro cui spicca l’atmosferico impiego di una concentrata ma corposa brass-band, ad argomentare un sapiente senso dell’orchestrazione liberamente cementato dall’inventivo drumming di Ches Smith e dal teso supporto basso di John Hébert, naturalmente completata dai divergenti metalli delle due voci chitarristiche.
Entro un arduo ma elastico bilanciamento tra strutturazione e de-strutturazione, la musicalità s’impronta di un’allure spiritata cui s’alternano spunti festosi e slanci ritmici; dalla capricciosa vena ludica dell’eponima Away with You al dimesso spleen di Fog Bank, dai lampi rockeggianti di Safety Orange al bruciante laboratorio free di Sword Barrel, l‘album esplicita ampiezza di ventaglio visionario ed emotivo e riuscirà almeno nel resettare le coordinate delle aspettative di “genere”.
Lo studiato lavoro si permette una coraggiosa (ma non certo unica) uscita commerciale perfino in doppio vinile audiofilo, affermazione di presenza entro un mondo spettacolare tuttora in piena vitalità (almeno nel senso dell’offerta), così come decisamente vivido appare lo stato dell’arte qui conformato dall’agguerrito ensemble, riunito sotto la regia di questa figura saliente e per vari versi priva d’equivalenti entro la scena chitarristica ma più in generale di un sentire avant-garde; ormai una certezza nel dispensare segni e traiettorie nell’ampio bacino delle scene transatlantiche, la solida sperimentatrice di corde elettroacustiche s’è titolata sul campo tra le personalità per le quali il termine “fuoriclasse” riveste almeno un argomentato senso.
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www.maryhalvorson.com