Borderlands Trio – Asteroidea

Borderlands Trio - Asteroidea

Intakt Records – CD 295 – 2017



Stephan Crump: contrabbasso

Kris Davis: pianoforte

Eric McPherson: batteria








Non ci sentiamo di dissentire con le note di presentazione del presente lavoro, in parte per il credito già conquistato sul campo dai singoli e agguerriti componenti, ma soprattutto per quanto l’ascolto (e le varie motivazioni per riascolti ed ulteriori considerazioni) ne avvalori tratti ideativi e qualità.


Pertanto, s’apprezza e sottoscrive come si riveli «insolitamente profonda l’alchimia del neonato trio»; egualmente si condivide quanto sia «irrefutabile che la musica che giunga con un quid di misterioso possa rivelarsi inusualmente seduttiva, traendo gli ascoltatori più in profondità verso il proprio centro, eludendo gli evidenti enigmi che richiedano un surplus d’attenzione».


Tra il precocissimo (e predestinato) figlio d’Arte, il polivalente batterista Eric McPherson, la nitida certezza entro la più nuova generazione del free, la talentuosa pianista canadese Kris Davis, e l’eclettico contrabbassista Stephan Crump, non certo relegato a quanto fattivamente espresso entro il trio e quindi le più nuove formazioni di Vijay Iyer, tutte personalità radicate ed attive entro quanto s’irradii dalla contemporanea scena newyorkese, qui s’imbastisce una forte liaison creativa che nell’arco delle sei distanze dell’album persegue connotazioni originali e nell’insieme formalmente coerenti.


Di gran lunga preponderante nell’economia e nei bilanci di Asteroidea, l’introduttiva Borderlands è autentico tour de force sfiorante i trenta minuti, in cui poco si risparmia in energie e partecipazione fisica, pur essendo la scena dominata dal macchinoso bordone percussivo posto in atto dalle corde del piano preparato di Kris Davis, contornato dall’agile gioco di pelli e metalli di Eric McPherson e dal corposo collante di risonanza profonda di Stephan Crump.


Le invenzioni del trio così procedono, sia lungo le umorali effervescenze di Carnaval Hill o Body Waves che entro le spigolose idiosincrasie micro-ritmiche di Flockwork fino al lirismo spezzato e desiderante di Ochre: la giovane triangolazione di talento insomma consegue speditamente un’intesa espressiva, conformando tra spontaneità e scrittura un soundscape organico e appunto coerente nel disegnarsi una fisionomia propria entro lo scenario ormai centrifugamente eterogeneo della post-avanguardia.




Link correlati:

www.stephancrump.com
www.krisdavis.net
www.ericmcpherson.com