Björn Meyer – Provenance

Björn Meyer - Provenance

ECM Records – ECM 2566 – 2017



Björn Meyer: basso elettrico a 6 corde, chitarra basso








Molto probabile l’avallo di creativa carta bianca nei confronti di un solista non certo popolare, ma già noto per chi avrà seguito oltralpe l’avventura seriale dei Ronin di Nik Bärtsch, ed immediatamente dopo le esplorazioni elettroacustiche di Anouar Brahem: ma le traiettorie creative del Nostro non sono a ciò confinate, essendo attore di più esperienze riprese a cura dell’eccellente label persiana Hermes records, non trascurando affatto la partnership regolare con il grande solista di Nickelharpa, Johan Hedin, così come l’atipico trio insieme a Klaus Gesing e Samuel Rohrer (Amira).


Insomma, a partire dalla nativa Scandinavia alla residenziale Svizzera fino a lambire le coste maghrebine e ricorrentemente del Golfo Persico, vi sono stati tempo ed occasioni a sufficienza per sviluppare un credo originale a favore non tanto delle proprie disposizioni solistiche, quanto del valore e le incombenze della dimensione dell’acusticità in primis, per la sua grande influenza «sul processo creativo e sulla nostra esperienza del suono», aprendo peraltro considerazioni in termini di paradosso sull’abituale pratica del basso elettrico: «Benché tecnicamente non-acustico, la musica così come l’impatto sull’ascoltatore sono profondamente influenzate dalle proprietà dello spazio in cui si suona.»


Così come inflessioni ritmico-melodiche dal continente africano, dal medio e più estremo Oriente, anche riverberazioni e fraseologia chitarristica non sono estranee alla conformazione del soundscape d’insieme: trasparenze ed ariosità non si disvelano meno importanti che tessiture ed inflessioni, lungo una musicalità personale e fragile, dall’impianto melodico (apparentemente) elementare ma denso di meditativa suggestione.


Articolata tra basso a sei corde ed una chitarra basso su progetto personale, Provenance si palesa quale aerea scultura sonora, cui giova il cesello di complemento del discreto quanto determinante make-up sonoro a firma di Stefano Amerio (già una tradizione a sé stante, e non soltanto preso l’etichetta bavarese: quest’ultima enfatizza il primato di quest’incisione devoluta al basso elettrico, scartandone perfino i solo del grande Eberhard Weber, su contrabbasso elettroacustico e d’ambito strettamente jazz).


Qualora cercassimo un domain di riferimento, il free-style qui proposto ed imbastito dal viaggiatore musicale Björn Meyer, al di là del grande retaggio di formazione, e degli ormai sconfinati stilemi degli strumenti a quattro e sei corde, si fa strada in termini personali con una musicalità tersa, coniata tra ariosa spontaneità, meraviglia e nitore cameristico.



Link correlato: www.bjornmeyer.com