Jazz Engine Records – JE8022 – 2016
Antonello Del Sordo: tromba, flicorno, live electronics
Mattia Della Pozza: sassofoni
Luca Grani: basso
Giovanni Minguzzi: batteria
Stefano Onorati: Fender Rhodes
Interessante e con spunti originali questo lavoro dei Brotherhof. I quattro riescono a far incontrare e sposare la tradizione con le idee di una nuova contemporaneità (Stag Do e Ebbola). L’incrocio tra fiati in Bocca di Rosa ricorda quelle session swing anni quaranta rilette a diversa velocità e con una base ritmica contemporanea gestita dal duo Grani/Minguzzi. E a riguardo di queste caratteristiche può essere preso a testimonianza il pretestuoso uso che fanno di In a sentimental mood di Ellington. Un distorto wah wha elettronico di Del Sordo rifà il verso alla tromba e poi avanti con ritmi e timbri rock, tra sincopi, e fiati dialogici e sincopati. Tema alterato e ripreso tra strappi di passato e suggestioni contemporanee. In questo ricettario di suoni alternativi costruiti sulla tradizione c’è anche Soul Stuff, che richiama a sé modi anni cinquanta ma ricuciti su una ritmica carica di groove e forza. Della Pozza al sax si lancia in un assolo che assoggetta la libertà d’improvvisazione prima di cedere il passo a un assolo di giro di basso lineare ma carico di note. Il finale è da chiusura hard bop con i fiati che si dissociano in contemporanea. Intensa e wheeleriana è Aerei di Carta, pezzo di Marco Tamburini arricchito dalle note avvolgenti e d’atmosfera del rhodes di Stefano Onorati. First, ballad di chiusura disco, è costruita sul contenimento della tensione, sulla gestione del tempo che viene mantenuto carico di mood ma represso nel tentativo di fuga in avanti. È nel contrasto tra i due modi che il pezzo prende vita e si attualizza così come il disco intero.
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