Barry Guy / Maya Homburger / Zlatko Kaucic – Without Borders

Barry Guy / Maya Homburger / Zlatko Kaucic - Without Borders

Fundacja Sluchaj – FSR05 – 2017





Barry Guy: contrabbasso

Maya Homburger: violino barocco

Zlatko Kaucic: percussioni






Without Borders è la registrazione dell’incontro musicale di tre tra i più rinomati esponenti dell’improvvisazione radicale europea. Senza frontiere, recita il titolo dato al disco, e senza compromessi, Barry Guy, Maya Homburger e Zlatko Kaucic offrono agli spettatori del concerto tenuto a Lubiana nel marzo 2016 e agli ascoltatori del disco un ragionamento musicale fatto di dialoghi e contrappunti, di movimenti consonanti o spigolosi. La musica suonata sul palco sloveno è una risposta alle drammatiche vicende dell’immigrazione: come riporta Barry Guy nella presentazione del disco, Kaucic vive molto vicino a uno dei percorsi attraversati dai profughi nel loro “viaggio”. La musica diventa perciò riflessione ed espressione di pensieri, condivisione di stati d’animo e sguardo alla realtà circostante, traccia per esprimere consapevolezza sulle politiche mondiali e sulle azioni delle agenzie non governative.


Parti scritte, tessiture timbriche, pause cariche di tensione e riflessi di composizioni preesistenti si intrecciano nel discorso portato avanti dai tre. Strappi repentini, rumori e melodie cristalline ed eteree si alternano in una vera e propria invettiva musicale. Il contrabbasso preparato di Barry Guy e gli strumenti costruiti da Zlatko Kaucic si confrontano nelle quattro dense improvvisazioni chiamate Footfalls. Celebration è un brano composto per il solo violino: gli interventi delle percussioni creano una lettura duplice, dove pensiero meditato e risposta istantanea si fondono in un discorso unico e unitario. La conclusione affidata ad una composizione di Steve Lacy, Art, racchiude, invece, in sé il senso elegiaco e doloroso della vicenda umana che la storia di questi anni sta disponendo di fronte ai nostri occhi. «Musica per aprire i pensieri» scrive Barry Guy: un filo melodico mantenuto saldo dal violino, scardinato dalle improvvisazioni, il passo ieratico ed austero di un monito rivolto a ciascuno di noi, una chiamata – più che un invito – a riflettere sugli eventi in maniera sincera e schietta. Se la composizione di Steve Lacy è intensa e classica, come la definisce il contrabbassista, va aggiunta la forza interpretativa dei tre, una esecuzione essenziale e senza fronzoli.


Una dimensione essenziale che corre per l’intero disco e rende credibile ed affascinante un lavoro tutt’altro che facile, ancora di più nella sua “versione” discografica, vale a dire priva dell’elemento visivo e della comunicazione che avviene tra palco e platea.



Link di riferimento: sluchaj.bandcamp.com/album/without-borders



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