Auand Records – AU9067 – 2017
Emiliano Vernizzi: sax tenore
Alessandro Sgobbio: pianoforte, Fender Rhodes
Nick Wight: batteria
Nuovo album per il trio Pericopes+1 dopo l’affascinante e fresco These Human Beings. Il progetto nasce inizialmente come duo formato da Vernizzi e Sgobbio a cui si aggiunge, nel 2012, il batterista americano Nick Wight.
Una fusione tra generi, una forte propensione al divertimento, all’ironia ed al muti-stilismo. Lo confermano i ringraziamenti nelle note di copertina: si spazia da David Foster Wallace, scrittore postmoderno per eccellenza, a Kurt Cobain, David Bowie, Run-DMC, Jaco Pastorius.
Legacy è una sorta di enorme laboratorio di esplorazione, un work in progess. Il progetto si muove fuori e dentro l’ambito musicale svolgendo silenziosi accenni d’intesa con la letteratura e l’arte.
Il trattamento del materiale musicale dei tre protagonisti è assolutamente postmoderno, codificare la realtà diventa difficile, non è più univoca, non si lascia ingabbiare in unico schema: è una molteplicità irriducibile.
Zardis ne è un esempio, Wight sviluppa un drumming teso e feroce che guarda più alla fusion che al jazz e, dall’altra parte, Sgobbio accompagna creando anche la linea del basso mancante; Vernizzi si esprime con un timbro originale e sofferto.
Legacy riassume l’album: troviamo i tempi dispari di Wight, che caratterizzano l’intero progetto, ed il pianismo interlocutorio/solisitico di Sgobbio, che fa da collante tra sax e batteria, in una continua interazione che non sa decidersi se raggiungere il parossismo o mantenere l’equilibrio.
November Tears gioca con il tema dilatandolo e comprimendolo creando piccoli loop su cui i tre si muovono con intensità ed intelligenza.
Pericope significa letteralmente “tagliare tutt’attorno”, fare un patchwork della realtà: riusare temi e materiali musicali già presenti e scombinarli, confonderli per creare materiale originale. L’intero progetto guarda sicuramente il jazz d’oltreoceano e volente o nolente si appropria di un afflato internazionale.
Come diceva David Foster Wallace – sicuramente uno dei riferimenti culturali del gruppo: «Gli intrattenitori sanno distrarre, avvincere e magari anche consolare; solo gli artisti sanno trasfigurare.» I Pericopes+1 stanno diventando artisti.
Segui Nicola Barin su Twitter: @ImpulseJazz