Noa, la musica come occasione di dialogo

Foto: Fabio Ciminiera










Noa, la musica come occasione di dialogo

Pescara, Teatro Massimo – 5.11.2017



Noa: voce, percussioni

Gil Dor: chitarra

Gadi Seri: percussioni

Adam Ben Ezra: contrabbasso

Il concerto pescarese di Noa è stato la conseguenza di un un imprevisto spinoso: l’evento presente nel cartellone della Società Aquilana dei Concerti “Bonaventura Barattelli” è stato spostato da L’Aquila a Pescara, grazie alla collaborazione della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” di Pescara, per ovviare ad un problema di agibilità della sede prevista in origine. E questo fatto contingente ha fatto si che gli abbonati della stagione della Barattelli siano saliti sui pullman e si siano accomodati nella sala grande del Teatro Massimo per assistere in “trasferta” all’appuntamento con la cantante e il suo quartetto.


Sul palcoscenico, una formazione asciutta e acustica, capace di una tavolozza variopinta e sempre centrata di espressioni. La voce e la carica interpretativa di Noa, la visione complessiva di Gil Dor e la sua capacità di trarre dalla chitarra una gamma di suoni sempre ben calibrati, la precisione, la fluidità e la forza del supporto offerto dalla ritmica composta dal contrabbassista Adam Ben Ezra e dal percussionista Gadi Seri. La formula del quartetto mette in evidenza in modo immediato la dolcezza melodica e la consistenza dell’idea musicale di Noa e Gil Dor: essenziale ed efficace, il canto e la melodia tracciano un viaggio attraverso latitudini ed epoche temporali. Da Bach al blues, dai riflessi etnici delle varie sponde del Mediterraneo alla conclusione cinematografica di Life, il celebre tema de La vita è bella, il dialogo tra i vari elementi rimane sempre al centro delle intenzioni del quartetto. Una visione coerente ma senza forzature: una concezione metabolizzata sia in maniera spontanea che cosciente. E così ogni nota, ogni passaggio, si riveste di tutto il percorso compiuto da Noa e Gil Dor in maniera essenziale ed imprescindibile: ogni nota è necessaria, ogni espressione trova comodamente il suo posto. Il virtuosismo dei singoli viene esaltato nei solo e nei duetti che vengono offerti al pubblico nella parte centrale del concerto: se si vuole, è il modo di mostrare la costruzione dei vari tasselli che animano la costruzione musicale del quartetto, una scomposizione ai minimi termini che mantiene in tutto e per tutto il vigore e le potenzialità del discorso. Il duetto tra Noa e Gil Dor sulle arie di Bach rilette attraverso un testo moderno, dedicato ai problemi del nostro pianeta e al dialogo madre-figlia, e una visione ritmica sincopata, il solo potente e trascinante di Adam Ben Ezra, il dialogo di percussioni di Gadi Seri e Noa: ogni elemento si riconduce al precedente e prepara il successivo in un racconto sempre seducente, in uno spettacolo messo in scena con grande sapienza e con uguale partecipazione emozionale.


La sintesi, forse, di tutto il discorso è nella versione – voce e chitarra – di alcune perle del repertorio napoletano eseguite nel bis finale: l’aderenza all’originale si miscela in modo ineludibile con le proprie radici e con la voglia di esplorare altri linguaggi e, soprattutto, di riportare nell’interpretazione i risvolti incontrati. E creare, in questo modo, i presupposti per un dialogo che lascia riconoscibili tutti gli stimoli di partenza per dare vita ad un risultato rispettoso e, allo stesso tempo, necessariamente differente.



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