Hubro Music – Hubro CD/LP 2584 – 2017
Erlend Apneseth: hardanger
Stephan Meidell: chitarra baritono, live sampling, elettroniche
Øyvind Hegg-Lunde: batteria, percussioni
Brillante tribalità post-moderna e sottile senso dell’invenzione appaiono tra gli ingredienti di un’esperienza che non esita a proporsi come la risposta più aggiornata all’idea del “supertrio con arco” – e non vi era forse da attendersi fatue mezze misure da un “modesto super-gruppo” che palesa di aver seguito il cursus delle classi del Nu-Jazz e aver ben metabolizzato il valore del sound tradizionale come esso irradia dalle più nordiche latitudini.
Quanto meno in apertura, l’operato dei tre non ci elargirà soluzioni risapute o particolarmente apparentabili, stante l’abilità dei tre nel generare un originale soundscape, segnato dalle forti inflessioni in acustico del suggestivo violino Hardanger e non in minore di una chitarra-baritono di fascinosa ed assertiva impronta, oltre alle organiche pulsazioni percussive; il tutto in interazione viva e permeato da irradiazioni elettroniche di forte tono atmosferico. Al complessivo riguardo non si potranno evitare i raffronti con i mondi di un certo Jon Hassell o (quasi inevitabilmente) di un Nils Økland (testimonial ed alfiere che renderà giustizia agli altrimenti anonimi, ma grandissimi artigiani della secolare tradizione del nobile strumento norreno), ma si può affermare con un buon grado di certezza l’efficacia che il trio conquista, con una vincente formula personale, nell’esporre un sound che oltre all’efficacia delle esposizioni iniziali (Utferd) si palesa funzionale anche nelle solennità danzanti di Tundra, dipanando sortilegi sottili in Stryk, quindi ampliando il fronte immaginativo (ma forse un po’ denaturandolo) negli orientaleggianti, acquei passaggi di Sakura, e non esimendosi dal percorrere tragitti peregrini quali la gotica Saga o il relativamente inedito viking-rap nell’intensa Lysne, ricomponendosi nella crepuscolare orazione animistica di Klokkespel.
Piuttosto funzionale insomma l’intesa tra i tre giovani quanto agguerriti talenti, seriosi giocattolai e piccoli alchimisti devoluti ai ludi di melomani curiosi, riuscendo convincenti nel finale bilancio di un lavoro ben esitato e da conoscere.