Intakt Records – CD 292 – 2017
Tom Rainey: batteria
Ingrid Laubrock: sax soprano, sax tenore
Ralph Alessi: tromba
Kris Davis: pianoforte
Drew Gress: contrabbasso
A rapida cadenza temporale, trattiamo della riproposta di una peculiare formula elaborante in articolata chiave free il polivalente patrimonio degli standard – avvalorando l’idea già intrapresa, e non soltanto dalle firme qui in ballo, che questi possano (e debbano) evidentemente essere riconsiderati in un ampio compasso di traiettorie.
Non è certo passato inosservato il valore del precedente episodio del collettivo Obbligato, in cui risultavano salienti i profili di personalità dei titolati partecipanti, ma il nuovo album s’afferma quale ulteriore messa a punto di una convincente formula, aggregando una nuova collezione di titoli, in parte inattesi ma non per ciò impensabili quali la longeva Stella by Starlight o la porteriana What is this thing called Love ed altri autoriali passaggi (Sam Rivers, tra gli altri) oltre alla impro collettiva (ed eponima) Float Upstream; la nuova tracklist è stata allestita in base a scelte affettive e di consuetudine dei singoli strumentisti, nei cui rispetti la direzione del batterista si è circoscritta a vaghe istruzioni sul mantenimento fluido della circolazione delle singole voci.
Gli interventi solistici (in forma di “concentrata improvvisazione”) erano da strutturare insieme con parsimonia e decisione, e di ciò offrono una messe di esempi, in una veste sia individuale che sinergica, la forte assertività direttiva di Tom Rainey, dal cui drum-set si dispensa interventismo estroso e sapienza, spalleggiato dal solido registro basso del legante ritmico di Drew Gress, funzionale ad equilibri e tattici squilibri della band, in cui s’apprezza la posizione meta-armonica di una Kris Davis che poco si risparmia nelle tessiture dell’insieme, condividendo in parte il ruolo di punta, tatticamente meglio incarnato dall’ottone dalle linee spezzate di Ralph Alessi e da una sempre laboriosa Ingrid Laubrock, qui molto insolitamente apprezzabile anche in tratteggi di riconoscibilità melodica.
Di cospicua densità figurativa, le alterne soluzioni adottate dall’ingegnoso quintetto fugheranno pregiudizi circa la cerebralità d’approccio, esitando convincenti nelle libere ripartizioni di ruolo e nell’ineffabile interplay: la caleidoscopica diffrazione del nucleo tematico, la magnificazione dell’essenza melodica sono tra gli elementi di un lavoro cui soltanto l’ascolto (cui invitiamo) potrà conferire apprezzabilità adeguata, non ritenendo di minimizzare come la suggestiva sequenza attinga in più passaggi quanto meno ad intenso e non effimero tono spettacolare.
Link correlato: https://intaktrec.bandcamp.com/album/float-upstream-24bit-96khz