Ideasuoni – IDE089 – 2016
Gianluca Caporale: sax tenore, sax soprano, sax alto, clarinetto
Toni Fidanza: pianoforte
L’improvvisazione intesa come dialogo all’interno di un linguaggio codificato e utilizzato secondo le sue regole. Gianluca Caporale e Toni Fidanza registrano un vero e proprio flusso di coscienza musicale, animato da una forte condivisione di intenti e da una conoscenza reciproca che permette loro di intendersi in modo istantaneo, subliminale quasi.
Nelle otto tracce, il linguaggio jazzistico e la pratica dell’improvvisazione accolgono il senso dell’ispirazione e si innestano in maniera matura e naturale con echi classici e contemporanei: l’obiettivo del duo è trovare l’equilibrio tra energia e lirismo, giocando con una partitura tutta da scrivere e, quindi, con un senso di estrema libertà.
Le cellule tematiche intorno alle quali si sviluppa l’improvvisazione raccolgono malinconie e silenzi, sviluppano energia espressiva e senso strutturale solido e diretto con attenzione. E anche quando si passa da Goodbye Pork Pie Hat e The Peacocks – gli unici brani non originali e, in qualche modo definiti da un titolo – non cambia il trattamento: i temi, le frasi, i passaggi vengono ridotti all’essenziale per continuare ad intrecciare la trama del dialogo tra i due musicisti e per poter mantenere aperta la possibilità di prendere nuove direzioni. L’improvvisazione del duo è melodica e mantiene sempre una dimensione leggibile e un filo narrativo ben presente e messo a disposizione tanto del compagno di musica quanto dell’ascoltatore.
La dimensione scarna del duo diventa proprio per le sue “difficoltà”, per la necessità di dover coprire tutti i ruoli e dare sostanza alla musica, diventa un’alleata per l’operazione condotta da Caporale e Fidanza: li spinge a gestire con intensità e controllo tutti gli elementi in gioco, li costringe a pensare e pesare ogni passaggio, mantiene sempre fresco il senso dell’imprevisto, non esclude le sorprese e gli scatti più repentini ma li convoglia con coerenza nel discorso complessivo.
E quindi, proprio per la sua genesi e per l’evoluzione data al flusso sonoro, il disco rivela, ascolto dopo ascolto, sfaccettature e letture, in una prosecuzione possibile dell’ispirazione fermata in studio dai due musicisti.
Segui Jazz Convention su Twitter: @jazzconvention