Abeat Records – ABJZ 168 – 2017
Roberto Olzer: pianoforte
Fulvio Sigurtà: tromba
Yuri Goloubev: contrabbasso
Mauro Beggio: batteria
Roberto Olzer è a capo di un trio affiatato con cui ha inciso finora tre dischi. Questa volta, al terzetto di base si unisce Fulvio Sigurtà, vincitore come nuovo talento nel Top Jazz del 2011, uno dei trombettisti più sensibili nel panorama musicale italiano.
Olzer privilegia le linee melodiche quiete ed accoglienti, venate di lirismo, di poesia. In questo cd, i temi si caratterizzano, appunto, per un’aria delicata e sognante. Sono aboliti i toni aspri, le sterzate improvvise. Tutto procede privo di turbolenze, ma in maniera invitante. Olzer e soci, cioè, sono cultori dichiarati di una musica impressionistica, sovente “valzerata”, dove prevale l’attenzione al dettaglio in pezzi contraddistinti da una forma indiscutibilmente classica.
I motivi son tutti originali tranne due, uno standard e un brano di Richie Beirach. Ad illustrarli provvedono tromba, pianoforte e contrabbasso, in contemporanea o alternativamente. Sì, perché Goloubev non si tira indietro, soprattutto quando è autore, nell’esplicitare il cuore caldo delle sue composizioni con colpi morbidi e insinuanti sul suo strumento, attraverso l’uso del pizzicato o carezzandolo con l’archetto. Mauro Beggio, da parte sua, garantisce un’ossatura ritmica solida, ricca di striature e sempre in movimento, discreta e pulsante allo stesso tempo.
Il quartetto procede compatto e coeso su una direttrice in debito evidente con la lezione di Bill Evans, caposcuola di un jazz permeato di grazia e di raffinatezza. Non si deve pensare, però, ad un gruppo di pedissequi imitatori. La fonte di ispirazione è un vettore utilizzato per creare un qualcosa di personale, senza. però, allontanarsi troppo dal modello di riferimento selezionato.
Fra i nove titoli si raccomanda in particolare Vocalise di Yuri Goloubev, dotata di un’aria malinconica e di un crescendo dinamico graduale, di tratto in tratto. Conduce il gioco la tromba aperta e assertiva di Sigurtà. Ad un certo punto Goloubev si prende la scena per mezzo di un assolo tematico molto ispirato e aggiunge elementi romantici ad un quadro atmosferico già ben orientato in una certo verso.
Floatin’in, in conclusione, è un cd in uno stile docile e garbato, capace di toccare le corde di un jazz sentimentale, distante, però, da climi zuccherosi o sdolcinati.
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