Dodicilune Dischi – Ed369 – 2017
Francesco Caligiuri: sax soprano, sax baritono, clarinetto basso, flauto, synth
Per il suo disco di esordio, Francesco Caligiuri si misura con un’operazione articolata. Un disco in solo dove si stratificano tantissimi livelli sonori, provenienti da sassofoni, clarinetti, flauti e sintetizzatori: tra questi livelli, Caligiuri miscela elementi contemporanei, radici mediterranei e stilemi jazzistici in un linguaggio sempre inquieto e introverso, sempre in movimento pur nella sua architettura ben delineata. Il filo narrativo del disco viene svelato in realtà dal titolo del lavoro, Olimpo, e delle singole tracce dedicate ai vari protagonisti della mitologia ellenica: i caratteri delle diverse divinità sono tratteggiati dall’atmosfera dei singoli brani.
Nei quasi quarantuno minuti del disco, Caligiuri sfrutta tutto questo armamentario in un lavoro conciso e, tutto sommato, descrittivo: il sassofonista cerca di non diventare ridondante e mitiga il potenziale gigantismo della premessa con una continua attenzione alla linea melodica. L’alternanza dei suoni utilizzati e dell’approccio emotivo – più riflessivo e “cerebrale”, ad esempio, in Athena oppure libero e irrequieto in Ares – insieme alla combinazioni delle varie tecniche sassofonistiche, dallo slap alla gestione percussiva all’imitazione dei suoni e dei rumori della Natura, completano la tavolozza di Caligiuri e sono utili per diversificare l’andamento del disco. E, quindi, se una certa ciclicità è necessaria per la creazione dei livelli e delle tessiture sonore, il nostro “deus ex machina” riesce a contenerne gli effetti e a sfruttarli in modo funzionale.
Se per certi aspetti, l’operazione può apparire ambiziosa – per la dimensione solitaria, per la struttura del concept album e, non ultimo, per l’argomento scelto – è proprio attraverso la disposizione narrativa e melodica che trova l’antidoto per stemperare le tentazioni più altisonanti.
Segui Fabio Ciminiera su Twitter: @fabiociminiera