Dodicilune Dischi – Ed 390 – 2017
Cino Magnaghi: pianoforte
Ron McClure: contrabbasso
Jay Sawyer: batteria
Edward Perez: contrabbasso in Infinity, Song For
Probabilmente formula principe del jazz da club (ma certo idonea a ben più ampio respiro concertistico), il piano trio non ha evidentemente raggiunto alcuno status di saturazione, stanti gli incessati contributi da parte sia di tradizionalisti che di revisionisti, ed è questo un ennesimo appuntamento che ne conferma la caratura di potenziale ispirativo.
Già forte di un concreto curriculum nelle sfere di vari esponenti del nostro pop e della forma-canzone (in parallelo ad una canonica formazione jazz, non mancando le classi del grande Enrico Intra), il pianista Cino Magnaghi ha trasvolato verso le sponde newyorkesi arruolando rodati talenti locali, con i quali conformare la propria concezione al filone precocemente coltivato, di concerto e senza contraddizioni rispetto ai vari background della propria esperienza, «dando accoglienza a tutte le sfaccettature, dalla musica classica al pop e al jazz, inevitabilmente facenti parte di sé e del proprio percorso musicale.»
Di non soverchie ambizioni nella sua progettualità, orientata verso una rappresentazione nitida che privilegi la cantabilità, la tempra dell’album appare piuttosto tesa al recupero ed al rispetto letterale dei caratteri ortodossi della formula trio, gestendo con equilibrio e temperanza le alterne sette misure, tutte a firma del pianista, che a tale forma devolve, con firma personale, amorevolezza ed accuratezza rappresentativa.