Evan Parker / Barry Guy / Paul Lytton – Music for David Mossman

Evan Parker / Barry Guy / Paul Lytton - Music for David Mossman

Intakt Records – CD 296 – 2018




Evan Parker: sax tenore

Barry Guy: contrabbasso

Paul Lytton: batteria







Dream Team della forma libera, tripode notabile di un’ala del jazz che s’è ormai fatto Storia: conta già un cinquantennio la conoscenza tra codesti assi dell’Euro-free, circa un decennio meno la fattiva frequentazione entro il trio Parker-Guy-Litton, ove non si considerino le partecipazioni in collettivo entro maggiori formazioni quali London Jazz Composers Orchestra o Electro-Acoustic Ensemble (abitualmente capitanati dal contrabbassista e dal sassofonista, rispettivamente).


La presente ripresa di performance in trio è anche una speciale occasione per celebrare la personalità dello scomparso John Stevens (fra i vari meriti, pioniere dello storico Spontaneous Music Ensemble), ma più particolarmente del tuttora attivo David Mossman, fondatore e manager del londinese Vortex («jazz club che mai ha inteso esser tale» secondo le parole del medesimo, animatore piuttosto di una struttura aggregante per cultori d’arte), sul cui palcoscenico si sono alternati molti tra i nomi più interessanti del jazz contemporaneo, e piuttosto naturalmente sede del presente lavoro in live.


Quattro le parti in cui sono articolati i materiali della ripresa, di dichiarata ed ostinata informalità, che comunque non tradisce (anzi per vari aspetti esalta) la caratura attinta dall’arte, collettiva e individuale, dei tre, e si rischia di ripetersi nel descrivere quanto dispensato sulla scena e nell’etere ambientale dagli armonici, i glissando e le risonanze organiche delle corde di Guy, le fibrillazioni e le scintille delle panoplie percussive di Lytton, il tratto assertivo e l’eloquio vissuto dell’ancia di Parker; dalle vertigini d’apertura al laboratorio di meccaniche ed idiomi riccamente free della seconda parte, dalla più esplosiva e belligerante terza sezione alle forme spezzate ed al lirismo teso ed incalzante dell’epilogo, nulla sembra aver intaccato le forze, la sapienza d’eloquio e la portata empatica di un collettivo che non propugna un free esasperato, pur mantenendosi vigile e scabroso nei suoi intenti rappresentativi, nei cui elementi persiste dominante la scienza del contatto e non risulta estranea la magia ideativa.