Sterling Records – CDA 1817-2 – 2017
Mimmo Malandra: sax soprano
Marco Ciccone: pianoforte in Tanghitudes 4, Country life, Il mio lago, Zona 167 e Spasimo fragments
Emilia di Pasquale: pianoforte in Canto dell’Alba
Marco Colacioppo: pianoforte in Notturno e passacaglia e La melodia sospesa
Sergio Rendine: organo in Cantus
Gaetano Di Bacco: sax alto in Canto dell’Alba
Mimmo Malandra si confronta con la musica di dieci compositori contemporanei e restituisce così un quadro vario per espressioni stilistiche e linguaggi delle possibilità attuali del sassofono nel territorio della musica “scritta”. Il solista si misura infatti con le pagine proposte, in ordine di esecuzione, da Sergio Rendine, Luis Bacalov, Lorenzo Ferrero, Cecilia Chailly, Marco Tutino, Giovanni D’Aquila, Marco Betta, Ennio Morricone, Nicola Piovani e Giovanni Sollima: pagine interpretate per la prima volta su disco e pensate appositamente per Malandra.
La penna dei singoli compositori resta riconoscibile e si incrocia con la voce e la tecnica di Malandra: se gli stili e gli approcci sono diversi, a dare coerenza al lavoro sono la disposizione lirica del solista, le atmosfere essenziali disegnate dal sassofono e gli incontri con il pianoforte. Le composizioni incontrano la dimensione melodica di Malandra: una convergenza che aiuta a costruire un filo coerente nel corso dell’intero disco. E questo spirito lo ritroviamo anche nell’apertura “mistica” di Cantus, dove il solista dialoga con il compositore Sergio Rendine all’organo, o nelle tensioni più spigolose di Zona 167, firmata da Giovanni D’Aquila, o della conclusiva Spasimo fragments, composta da Giovanni Sollima. Naturalmente, molte delle tracce si possono pensare legate ad un immaginario visivo, come ad esempio il Canto dell’Alba di Marco Betta. E, in maniera istintiva e immediata, lo stile e l’identità musicale dei Premi Oscar presenti – ben tre… – corrobora questa possibile connessione. Anche se, poi, nello specifico, va sottolineato come i brani firmati da loro aggiungono aperture verso altri orizzonti.
La musica viene eseguita da Malandra con l’attenzione dell’interprete “classico”: il solista accosta la propria voce alle partiture, certo, ma ci troviamo in un terreno diverso dall’improvvisazione di stampo jazzistico. Il rispetto per la pagina scritta e l’approccio alle singole note e ai passaggi che si susseguono manifestano una attitudine diversa: nonostante questo, però, si può avvertire una sorta di convergenza verso le tensioni cameristiche di certo jazz moderno, sia pure con un filo logico differente e con altre prospettive.
Novosax rappresenta così una fotografia tanto del percorso compiuto da Mimmo Malandra quanto delle possibilità messe a disposizione dal sassofono ai compositori di oggi. La copertina scelta per il disco, infine, riporta un’opera del pittore Franco Fortunato.
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