Rossano Sportiello Piano Solo @ Arci Zerbini, Parma

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Rossano Sportiello Piano Solo @ Arci Zerbini, Parma

Parma, Arci Zerbini – 11.4.2018

Rossano Sportiello: pianoforte

Standard, brani classici riletti in chiave jazzistica, vertiginose sequenze di stride piano, eleganza di stile che non scade mai nella leziosità, fedeltà assoluta alla tradizione, nitidezza espressiva, grande rispetto della melodia. Questo è Rossano Sportiello. Non ha riservato sorprese di alcun genere il concerto parmigiano di Rossano Sportiello. Difficile aspettarne qualcuna da un artista di questo spessore.


Suona superbamente. Il pubblico dello Zerbini l’ha ascoltato in un silenzio quasi rapito. I musicisti presenti, molti dei quali non certamente etichettabili come tradizionalisti erano stupefatti dalla sua tecnica. Una tecnica che non serve minimamente a mascherare banalità espressive. Sportiello stupisce senza effetti speciali.


Certo, la musica ascoltata a Parma (buona presenza di pubblico, nonostante la concomitanza della Coppa dei Campioni) è la stessa ascoltata già diversi anni fa ed è la stessa che è possibile ritrovare nei giacimenti della rete. Sportiello è tenacemente fedele alla sua linea. La sua ricerca tende al perfezionamento assoluto della tradizione del piano mainstream, non certo all’esplorazione di nuovi linguaggi.


Per certi versi appare come un musicista classico che si è irrimediabilmente innamorato del jazz. La sua devozione a questa musica si avverte in ogni singolo istante delle sue esibizioni, che non sono mai routinarie. E anche nella cura con cui racconta al pubblico i brani che si accinge a suonare. Le sue brevissime lezioni sullo stride sono di una chiarezza esemplare e aiutano molto il pubblico. In uno di questi interventi ha citato Art Tatum e ha chiesto con garbato piglio polemico quante persone in sala lo avessero mai sentito nominare.


Grandi, convinti, gli applausi alla fine del concerto. Anche l’ascoltatore più orientato, come chi scrive, verso altre lande jazzistiche non può che ammirare la maestria di quest’artista, che dal 2007 vive e lavora (con successo: lo chiamano master) a New York. Si possono avere sul jazz le idee più disparate, ma certi standard di Jerome Kern, o certi brani di Count Basie, o i voli della mano sinistra dei pianisti stride sono pur sempre patrimonio comune di tutti quelli che amano questa musica. Specie quando sono suonati con tanta grazia e tanta passione.




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