Peter Erskine and the Dr. UM Band @ Soresina Jazz Fest

Foto: Fabio Ciminiera









Peter Erskine and the Dr. UM Band @ Soresina Jazz Fest

Soresina. Teatro Sociale – 4.5.2018

Peter Erskine: batteria

Bob Sheppard: sassofoni

John Beasley: tastiere

Damian Erskine: basso elettrico

Reinventare e non tributare un omaggio. Nell’intervista registrata prima del concerto, Peter Erskine sottolinea questo principio per il quartetto portato sul palco del Soresina Jazz Fest. Ed è su questa linea che si muovono le linee tracciate dai quattro musicisti: swing, bebop, blues e fusion si intrecciano in una tessitura particolare capace di trovare una sintesi sempre efficace e, soprattutto, equilibrata. Il materiale proposto da Erskine e dai suoi compagni di avventura, infatti, si snoda grazie all’unione di suggestioni che arrivano dalle varie stagioni attraversate dal jazz, senza spingersi in modo eccessivo in una delle direzioni ma, proprio grazie a questo atteggiamento misurato, con la capacità di trovare soluzioni fluide e significative ad ogni passaggio.


Esperienza e abilità tecnica, visione prospettica e interplay, senso del blues e divertimento. Il significato dell’affermazione fatta in apertura passa perciò attraverso questi fattori. La maestria dei singoli viene utilizzata per costruire un concerto in cui tutte le sfaccettature vengono esposte in modo sostanzioso all’ascolto degli spettatori. Gli spigoli vengono smussati e gli eccessi non vengono mai assecondati senza criterio: e, così, la dimensione muscolare diventa uno stimolo propulsivo, gestito con cura, e non prende mai il sopravvento in maniera irrecuperabile. E, allo stesso modo, il quartetto dimostra sempre un atteggiamento divertito e spensierato – sintetizzato dall’espressione “Have a good time”, tanto per capirsi – con il conseguente coinvolgimento di tutti i protagonisti sul palco e del pubblico. E soprattutto vengono a stratificarsi le esperienze musicali dei quattro: tanto per esemplificare, basta considerare la carriera di Erskine dove trovano posto, e con analoga intensità, tanto il percorso nelle più fondamentali band del periodo fusion quanto i suoi lavori europei, dai dischi pubblicati per ECM alla recente collaborazione con Rita Marcotulli e Palle Danielsson. La disponibilità al dialogo dei quattro fa il resto, con una regia di grande sensibilità da parte del batterista, leader riconosciuto del quartetto ma sempre attento a valorizzare le forze in gioco.


La musica suonata dal quartetto ha senz’altro una componente “elettrica” ma non ripete i cliché della fusion d’annata: sono molti i momenti in cui si torna al confronto con le tradizioni del jazz, con lo swing e con il blues, e l’interpretazione si anima del carattere elettrico senza che questo vada a prevaricare il senso e il flusso del discorso complessivo.


Reinventare e non tributare un omaggio, quindi. Partire da quanto già ascoltato, vissuto, suonato, senza rinnegarlo ma, allo stesso tempo, senza darlo per scontato né utilizzarlo come un comodo rifugio.



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