Alfa Music – AFMCD 208 – 2018
Enrico Intra: pianoforte
Joyce Elaine Yuille: voce
Marcella Carboni: arpa
Matteo Bortone: contrabbasso
Stefano Tamborrino: batteria
Gavino Murgia, Tenore Gòine di Nùoro: voci
Stefano Proietti: organo
Tutto sommato non banali le premesse per il nuovo progetto del veterano Enrico Intra nel cimentare due canoni musicali «d’impostazione modale e natura religiosa, originate a molti secoli di distanza e in differenti ambiti: il cattolico ed europeo» (quantunque imbevuto di transiti mediterranei) «canto gregoriano e il protestante e afroamericano spiritual.»
Trattiamo nel primo caso di un oceanico e stratificato repertorio che in verità il grande jazzman milanese aveva già affrontato in una personale ed apprezzata elaborazione, edita in doppio CD presso le rassicuranti Edizioni Paoline, nel secondo di un ampio, storico filone naturalmente più affine al sentire jazz tramite la comune componente blues: gli stessi (particolarmente il primo, per lo più semi-inesplorato in tal senso) si dispongono a rivisitazioni e rimodellamenti ulteriori, stati le grandi ampiezze formali da cui sono diversamente caratterizzati, e così entro il programma di tale Gregoriani & Spirituals (titolo solo in apparenza incidentale) del testo gregoriano latino si opera anche una trascrizione in lingua inglese, affidando tali elaborati al talento di una sperimentata vocalist dalla Spanish Harlem, Joyce Elaine Yuille, di prestazione “naturale” e vissuta, che impronta il carattere dell’album in un’interpretazione bilanciata tra intensità ed ariosità interfacciandosi all’arte solistica del titolare, al suo incedere pianistico intessuto di blues e virtuosamente alieno da orpelli, come adeguatamente s’esplicita nell’intima meditazione per soli piano e voce in Morning Star, o nella quieta forza evocativa in The New Born, nella controllata vena ondivaga in Scherzo da Anbahnen fino alla una manierata vivacizzazione, non priva di sensualità, dell’arcinota anthem Amazing Grace (della cui peculiare genesi s’invita a documentarsi).
Non pochi passaggi si giovano di ulteriore strutturazione grazie alla diade ritmica Stefano Tamborrino e Matteo Bortone, tematicamente appropriata l’ecclesiale partecipazione organistica di Stefano Proietti, coinvolgendo nella luminosa Ode to Thee e nella vivida This little light of Mine l’ormai ampiamente eclettica arpista Marcella Carboni, non unico talento di Sardegna qui arruolato riscontrando anche il prestigioso contributo vocale dell’ensemble nuorese Tenore Gòine e del glorioso Gavino Murgia (Intrannias).
Operazione interessante ed abilmente articolata, che riunisce talenti eterogenei entro una regia semi-tradizionale ma comunque solida e di dichiarata progettualità, segnata dall’espressione nitida del leader nonché da arguzia e strategico senso della Storia.