Amato Jazz Trio – One Day

Amato Jazz Trio - One Day

Abeat Records – ABJZ 184 – 2018




Elio Amato: pianoforte, trombone

Alberto Amato: contrabbasso

Loris Amato: batteria






Mancava da qualche anno un nuovo disco dei fratelli Amato. Si perché ogni loro progetto contiene sempre qualcosa di nuovo e interessante, composizioni avventurose e ricche di fascino venute fuori dalla penna di Elio Amato. È sempre quest’ultimo a firmare la gran parte dei brani presenti in questo nuovo progetto dove si divide tra pianoforte e trombone. Gli altri due fratelli, Alberto al contrabbasso e Loris alla batteria, confermano la loro efficacia e binaria affidabilità sia nel sostenere e portare il tempo, che nell’accennare nuovi temi o vie da intraprendere e condurre sotto l’egida dell’improvvisazione. One Day, infatti, è un disco dove i tre sfruttano a piene mani le possibilità che offre l’improvvisazione senza mai rinunciare a cantabilità e melodia. Partendo dalla title track, che apre il disco, si assapora questa loro caratteristica durante un’esecuzione meditata e ombrosa di piano trio e assolo. Pegaso, seconda traccia, vuole essere uno spaccato di modern jazz scandito da un piano bluesy incalzante. La cavata profonda del contrabbasso di Alberto fa da Prelude alla narrazione improvvisata ed in equilibrio con la scrittura del trombone di Elio. È un pulsare di note e ritmo che spinge sempre e comunque al canto. Questions proietta l’assunto in una dimensione free e colemaniana con un incarnito blues e ostinato; mentre Valeria è una ballad breve e sensuale che lascia il posto alle singole divagazioni strumentali di Far. Monday si dipana come una short story, breve nell’immediatezza delle estemporanee e nostalgiche annotazioni ellingtoniane di un inizio settimana. Il trombone fa il verso irruento e veloce al sax di Coleman in una rilettura personalizzata di Trigonometry, assecondando l’arrivo di un Epigraphic, pezzo succube dei battibecchi improvvisati di contrabbasso e piano. Con Take The A Train arriva l’omaggio al Duca in una veste personale e docilmente melodica. Village Vanguard di Alberto Amato, la summa di un’esperienza in contrabbasso, e la finta freddezza di Coldness chiudono un disco dall’evidente marchio di fabbrica, rappresentato dall’innegabile qualità degli Amato Bros!



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