Clang Records – Clang063 – 2018
Satoshi Takeishi: Autoharp, Old Log Drum, piano giocattolo guasto, ‘mbira, marimba africana, glockenspiel, banjo preparato, dulcimer preparato, registratore a cassette SONY, Yamaha VSS30, campionature, softwares
Piccola giungla risonante di colore ed invenzione discreta quella posta in vibrazione dal fantasista nipponico della percussione, che qui completa una omogenea trilogia a seguito di due analoghe uscite a cadenza annuale sempre presso Clang: se si poteva rinunciare ad enumerare i pittoreschi elementi dell’instrumentarium del Nostro, improntati in primis dall’essenza di corde e metalli vibranti, oltre ad una congerie di complementi vintage e/o dichiaratamente malfunzionanti e/o non professionali, questi in realtà caratterizzano e denunciano la natura dell’opificio, disposto piuttosto funzionalmente e con modalità non dispersive alle mire tattiche del solista, operante in apparenza a schema libero ma non privo di personale quanto ampio senso della scansione polifonica. Quest’ultima è comunque svincolata da una qualche percepibile strutturazione scrittoria, quanto piuttosto generata con ampia quota di spontaneità dalle aleatorie combinazioni sonore, che in parte autorizzano anche analogie con le formule minimali, prevalendo comunque una sensibile e non rada quota istintuale; l’apparentemente macchinosità dell’insieme è graziata piuttosto da un costante senso di freschezza e libertà dell’impianto, su cui interviene (ma giusto di quando in quando) un algido denso di teatralità nipponica, non però caratterizzando la resa complessiva della sequenza, in instabile bilanciamento appunto tra strutturazione e istinto.
In ultimo, dal curioso mélange di vibrazioni acustiche e fibrillazioni elettroniche in Fragments, si perviene ad un soundscape nel complesso elaborato, evocativo per quanto attiene alla sua forza pittorica, spesa tra primitivismo scenico ed esplorazione formale.
Link correlato:
clanglabel.bandcamp.com/album/fragments
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